«Per questo 28 maggio
tutti in massa a Brescia»
Bresciaoggi 20/04/2012
Brescia. Sarà un 28 maggio ancora più partecipato e intenso. Piazza Loggia si preannuncia piena di gente, insieme per non dimenticare, nonostante la sentenza della corte d’Appello che ha lasciato senza colpevoli la strage del 1974. «Noi a Brescia ci saremo» promettono gli esponenti del Comitato delle Memorie di Bologna in una lettera aperta a Manlio Milani e ai familiari delle vittime della strage di piazza Loggia.
«VOGLIAMO ESPRIMERVI la nostra solidarietà, umana e civile, per l’ennesimo drammatico non-esito giudiziario nel processo riguardante la strage del 28 maggio 1974», spiega il Comitato, impegnato nella diffusione della memoria delle pagine più buie della storia repubblicana.
«Abbiamo a cuore la ricerca della verità, l’ottenimento di una giustizia giusta e la divulgazione – in particolare ai giovani – di fatti storici inerenti tutti gli eventi sanguinosi che hanno macchiato e “pervertito” la storia della Repubblica italiana: troppe e troppo dolorose sono le ferite rimaste aperte nel corpo vivo di questa giovane patria», scrivono gli esponenti del Comitato. «Per tutto ciò sentiamo di lanciare un appello a tutte le italiane e gli italiani che potranno farlo, a recarsi in massa a Brescia lunedì 28 maggio 2012, affinché i familiari delle vittime – vittime a loro volta, in quanto parti civili, di una surreale richiesta di risarcimento – possano avere almeno un briciolo di conforto nel percepire l’abbraccio caloroso non solo dei loro concittadini ma dell’intero popolo italiano, in questo anniversario forse ancor più doloroso dei precedenti».
Anche Renato Piccini della Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’uomo, in una lettera indirizzata alla Fondazione Clementina Calzari Trebeschi, realtà intitolata ad una delle 8 vittime della strage del 28 maggio, parla di «ennesimo e beffardo responso della giustizia italiana sulla strage di Brescia», ed esprime «la più profonda vicinanza ai familiari delle vittime, ai feriti, per questa nuova atroce ingiustizia che ci fa rivivere sulla viva pelle il dolore di quelle terribili giornate».
«SU QUEL SANGUE e quel dolore – prosegue Piccini -, è nata la Fondazione Trebeschi a cui mi sento ancor più legato e dentro la sua storia, i suoi ideali e il suo difficile compito di ricordare alle nuove generazioni che libertà e giustizia sono valori fondamentali di una vera società democratica e civile, ma sono perennemente in pericolo». Piccini si dice vicino alla Fondazione in ogni iniziativa «e soprattutto perché non ci sia nessun disarmo nel perseguire la giustizia: senza giustizia muore la libertà e non vi sarà mai pace per i morti e per i vivi, sempre, per ogni tempo». LI. CE.