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Aggressioni fasciste, 17 parlamentari romani del Pd chiedono un piano di intervento al ministro dell’interno

Violenze fasciste, tre anni di aggressioni. I parlamentari Pd eletti a Roma chiedono un piano di intervento urgente al ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri per arginare questa escalation (nella foto i manifesti provocatori affissi contro il 25 aprile a Roma nelle ultime 48 ore).

“Ricostruendo analiticamente l’escalation di violenza di stampo politico di cui la Capitale è stata teatro durante il governo della destra, gli eletti a Roma del gruppo parlamentare Pd presentano un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri per chiedere che venga predisposto urgentemente un piano volto a tutelare la piena agibilita’ del confronto politico e il valore costituzionale dell’antifascismo nella città di Roma nonche’ la rimozione di qualsiasi sostegno diretto ed indiretto alle organizzazioni politiche che si richiamano al fascismo.
Jean-Léonard Touadi
Roberto Morassut
Enrico Gasbarra
Ileana Argentin
Giovanni Battista Bachelet
Renzo Carella
Maria Coscia
Paolo Silveri Gentiloni
Roberto Giachetti
Marianna Madia
Giovanna Melandri
Michele Meta
Massimo Pompili
Pier Fausto Recchia
Walter Tocci
Walter Veltroni
Walter Verini


Interrogazione parlamentare

al ministro dell’Interno

Premesso che:

– negli ultimi tre anni e mezzo si sono susseguiti nella città di Roma una serie di episodi di violenza politica perpetrati da organizzazioni che si richiamano esplicitamente al fascismo;

– il 16 marzo 2009, tre studenti dell’università di Roma Tre subirono un’aggresssione con caschi e spranghe da parte di attivisti di organizzazioni di estrema destra. Fu poi ritrovato un piccolo arsenale anche nei locali gestiti da Azione Universitaria con materiale divulgativo di chiara matrice neofascita;

–  il 15 marzo 2010, un gruppo di studenti appartenenti al collettivo “Lavori in corso” fu aggredito durante un volantinaggio all’interno dell’Università di Tor Vergata da alcuni militanti del Blocco Studentesco. Sei degli studenti aggrediti ricorsero a cure mediche, uno di loro fu ricoverato. Il giorno seguente, in concomitanza con la conferenza stampa convocata per denunciare l’accaduto, si verificò un altro scontro al quale avrebbero partecipato persone esterne al mondo universitario ed appartenenti ad organizzazioni di estrema destra;

– il 2 febbraio 2011, nei dintorni di Ponte Milvio, un ragazzo venne aggredito e picchiato per strada da tre persone perchè reo di aver risposto affermativamente alla domanda se fosse o meno antifascista;

– la notte del 26 aprile 2011, sei studenti appartenenti a collettivi studenteschi di sinistra furono aggrediti nel quartiere Talenti da una quindicina di persone armate di caschi e bastoni di legno. Alcuni degli aggressori furono riconosciuti dai ragazzi come appertenenti all’organizzazione “Casa Pound”, in particolare il portavoce di zona, Alberto Palladino detto ‘Zippo’;

– ancora nel IV municipio, in particolare nel quartiere Montesacro, l’11 maggio 2011 fu aggredito e malmenato da sei persone a volto coperto Luca Blasi, responsabile del centro sociale  Horus Project;

– la 20 settembre 2011, Luca Lollobrigida, ragazzo appertenente al collettivo del liceo Anco Marzio di Ostia, venne aggredito e pesantemente minacciato all’uscita di scuola dal responsabile locale di Casa Pound;

– il 2 novembre 2011 è di nuovo il IV municipio ad essere teatro di intimidazioni e violenze di matrice neofascita. Un gruppo di giovani appartenenti al Partito democratico, fra i quali anche Paolo Marchionne, capogruppo del Pd in Municipio,  furono aggrediti con mazze e spranghe d’acciaio mentre erano intenti ad attaccare manifesti per una iniziativa antimafia. Le conseguenze furono piuttosto gravi: diversi punti alla testa, allo zigomo e due braccia rotte. Il successivo lavoro degli inquirenti dimostrò che gli aggressori appartenevano a Casa Pound ed in particolare portarono all’arresto di Alberto Palladino, responsabile di zona dell’organizzazione, già noto alle cronache per espisodi simili;

– Nella notte fra il 23 e il 24 febbraio 2012 a Ostia, un gruppo di ragazzi (appertenenti al gruppo degli artisti ed ex-lavoratori del Teatro del Lido, al collettivo L’Officina) intenti ad attaccare locandine per una manifestazione sulla cultura da tenere nei giorni seguenti, subirono una violenta aggressione con caschi e spranghe da parte di militanti di Casa Pound. La polizia sopraggiunse poco dopo  per fermare l’aggressione e la colluttazione seguente. Ventiquattro persone furono fermate e denunciate per rissa e tre degli aggrediti furono refertati in ospedale. Un ragazzo aggredito ha avuto trenta giorni di prognosi mentre quindici gli altri due;

– il 9 marzo, alcuni studenti intenti a volantinare davanti al liceo Righi in appoggio alla mobilitazione della Fiom, furono aggrediti da persone appartenenti al gruppo di estrema destra “Controtempo”. Uno dei ragazzi è stato ricoverato per una frattura del setto nasale, mentre alcuni insegnanti, intervenuti per soccorrere gli studenti, hanno ricevuto cure mediche;

– questi sono solo alcuni dei numerosi episodi di violenza politica di cui la città di Roma è stata teatro negli ultimi tempi connotando una vera è propria escalation. Ciò che preoccupa maggiormente è la stretta connessione che sembra legare fra loro molte delle aggressioni. Nella notte successiva ao fatti di Ostia del 23 febbraio, ad esempio, sono comparse per le strade di Roma e della provincia alcune scritte che rivendicavano l’attentato legandole con altri episodi analoghi. In particolare nel quartiere Talenti sono comparese – anche sui muri del Municipio – frasi inquietanti (Ostia: piatto del giorno zuppa di pesce”, “Con Casapound fino alla vittoria” – “Da Ostia a Talenti compagni confidenti”) firmate con un inequivocabile fascio littorio stilizzato;

– fino ad ora, le conseguenze delle aggressioni non sono risultate drammaticamente gravi (contusioni, ferite, arti spezzati) ma le loro dinamiche attestano che solo per caso non abbiano assistito ad esiti ben più funesti. E’ intollerabile che il confronto democratico a Roma possa essere inquinato da questo genere di episodi che, per la frequenza e la violenza crescenti, rischiano di far precipitare la città in un clima caratteristico di periodi che si sperava fossero definitivamente superati e che la comunità cittadina tutta non intende rivivere mai più;

Per sapere:

– se il ministro sia a conoscenza degli episodi illustrati in premessa e della loro gravità;

– se non ritenga di dover fare tutto ciò che è in suo potere perché le responsabilità di queste aggressioni, specialmente le più recenti, siano celermente acclarate e debitamente punite;

– se il ministro, al fine di tutelare la convivenza civile e ristabilire il valore costituzionale dell’antifascismo nella città di Roma, non ravveda la necessità di predisporre, di concerto con gli enti locali coinvolti, un piano apposito per prevenire e contrastare la violenza politica di stampo neofascista e per rimuovere il sostegno diretto ed indiretto che i gruppi protagonisti di questa escalation ricevono.

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