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Sequestrati beni dei Gheddafi in Italia. Ma non la quota nella Quinta Communications con Berlusconi e Ben Hammar…

Sequestrati beni dei Gheddafi in Italia (i miliardo e 100 milioni di euro, tra Juventus, Fiat, Unicredit ecc). L’ordine è della Corte d’Appello di Roma. E la partecipazione nella società con Berlusconi e Tarak Ben Hammar? Di quel 10% del capitale della Quinta Communications (circa 5 milioni di euro) nessuno si occupa?

Di seguito la notizia del sequestro da corriere.it del 28.3.12:

La Guardia di Finanza di Roma ha sequestrato patrimoni per oltre un miliardo e cento milioni di euro a componenti della famiglia Gheddafi su richiesta del tribunale penale internazionale de l’Aja. Si tratta di beni ed immobili, quote societarie e conti correnti riconducibili alla famiglia dell’ex leader libico Gheddafi ed a membri del suo entourage per un valore complessivo di oltre un miliardo e cento milioni di euro. Fra gli assets patrimoniali sequestrati figurano partecipazioni azionarie in Unicredit, Eni, Finmeccanica, FIAT, FIAT Industrial, Juventus, nonchè un immobile sito in Roma, 150 ettari di bosco localizzati nell’isola di Pantelleria (TP) e due motoveicoli, fra cui una Harley Davidson.

I provvedimenti sono stati eseguiti dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma sulla scorta dei decreti emessi dalla Corte d’Appello capitolina nel contesto di una rogatoria internazionale emanata dal Tribunale Penale Internazionale de L’Aja nell’ambito del procedimento per crimini contro l’umanità nei confronti di Gheddafi, del figlio Saif Al Islam e del capo dei servizi segreti Abdullah Al Senussi. Le investigazioni patrimoniali delle fiamme gialle di via dell’Olmata hanno consentito di individuare due società di finanziamento attraverso le quali gli esponenti del passato regime libico avevano nel tempo effettuato investimenti nel nostro Paese. La rogatoria della Corte Penale Internazionale de L’Aja, emanata nell’ambito del procedimento per crimini contro l’umanità avviato nei confronti del defunto leader libico e di esponenti del passato regime, ha il fine di cautelare il patrimonio degli imputati, che dovrà garantire forme di risarcimento per le vittime del regime di Gheddafi. L’iniziativa del Tribunale de L’Aja si inserisce in un più ampio contesto delineato da due decisioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e da due Regolamenti del Consiglio dell’Unione Europea in forza dei quali i predetti organismi, in relazione al precipitare della situazione in Libia, avevano richiesto alla Comunità Internazionale il congelamento di tutti i fondi e delle risorse economiche appartenenti, possedute, detenute o controllate da Gheddafi o da soggetti a lui riconducibili

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