Informazioni che faticano a trovare spazio

Processo di Brescia: il ruolo di Maurizio Tramonte, le sue “veline” sui terroristi neri del Veneto…

Riprendo da Beppe Montanti il suo resoconto sulla quinta udienza del Processo d’Appello per la Strage di Brescia. Un’udienza dedicata a  Maurizio Tramonte  imputato e uomo del servizio segreto Sid (nella foto), che ha impegnato il Pm Francesco Piantoni dalle 9 alle 18,30.

Quinta udienza (2 marzo 2012)
Giornata importante per l’accusa quella di oggi; di scena il pm Francesco Piantoni con una requisitoria nei confronti di Maurizio Tramonte, la fonte Tritone, uno dei cinque imputati di questo processo, assolto in assise per non aver commesso il fatto.
Per il PM Maurizio Tramonte, informatore per conto del SID ed infiltrato in Ordine Nuovo di Mestre , rappresenta una delle figure centrali sulle quali si avviluppa la fitta trama di questo processo. Collaboratore stabile del centro CSI dei carabinieri di Padova dal novembre 1972 alla fine del 1975,riferisce in tempo reale all’allora maresciallo Felli informazioni sulle attività dei gruppi che orbitano a destra del MSI ed in particolare su Ordine Nuovo del Veneto, diretto e capeggiato dal medico veneziano Carlo Maria Maggi, altro imputato assolto in Corte di Assise per la strage del 28 maggio 1974.
Nella sua lunga requisitoria il dott. Piantoni si è lungamente soffermato su due elementi fondamentali che coinvolgono Tramonte: le veline in quanto informatore del Sid e le dichiarazioni rese all’autorità giudiziaria, fingendosi collaboratore dal marzo 1993 al maggio 2002 , quando l’ordinovista spione decide di ritrattare.
Per i PM fondamentali ai fini dell’accusa sono gli appunti redatti dal maresciallo Felli che la stessa Corte di Assise ha giudicate veritiere; distrutte con lo stesso protocollo negli archivi del CSI di Padova negli anni ’90, sono state rinvenute a Roma nella sede del Servizio Militare con una scheda sull’informatore, in questo caso Maurizio Tramonte .
Le informazioni riguardano fatti all’interno del MSI padovano, i rapporti difficili tra Freda ed il FUAN di Massimiliano Fachini: il collaboratore del SID, sebbene giovane, è dal 1973 legato a Giovanni Melioli e ad Ordine Nuovo di Rovigo, ben inserito nell’ambiente riferisce ciò che conosce e vede intorno a sé. A giudizio di Piantoni tutte le veline di Tramonte presentano una formulazione per la quale le notizie vengono riportate in un’ottica difensiva della fonte, facendo sì che l’autore apparentemente non sia mai presente al narrato.
L’errore della Corte d’Assise, a giudizio del PM, è stato quello di aver sminuito la portata delle informazioni riportate, nate in una cultura ed ambiente terroristico, tanto da affermare che alla data del 28 maggio 1974 l’organizzazione non Fosse ancora operativa e quindi non in grado di collocare un ordigno; contraddittoria appare poi la valutazione della Corte d’Assise riguardo alle dichiarazioni rese da Tramonte all’autorità giudiziaria e poi ritrattate, effettuate allo scopo di ottenere dei vantaggi processuali e per aver agito sotto l’effetto di alcool e cocaina, arrivando a definirli non utilizzabili nei confronti del dichiarante.
Molto spazio il dott. Piantoni ha, poi, dedicato alla ormai famosa velina 4873 del 8 luglio 1974 sia per quanto riguarda l’oggetto del suo contenuto che per le modalita di compilazione e di datazione della stessa:ricordo a proposito che su questa velina era stato richiesta la parziale riapertura del dibattimento, che la Corte non aveva accolto. Per chi vuole più dettagliate info, rimando alla registrazione di radio Radicale

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