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Sentito Spiazzi per la Strage di Brescia. Da martedì si celebra il processo d’Appello

Martedì si torna in aula per la Strage di Brescia, è l’appello che viene celebrato a due mesi di distanza dalla clamorosa assoluzione dei cinque imputati di strage nel giudizio di primo grado. La Procura chiede ora di riaprire parzialmente il dibattimento. Porta nuove prove e nuovi elementi di giuidizio. L’ultima novità eccola spiattellata oggi dal “Bresciaoggi”, riguarda Amos Spiazzi, anzi il generale Amos Spiazzi. Che è stato sentito in una caserma dei cc a Verona.E dunque ricaviamo da questa notizia alcune considerazioni evidenti: il fatto che Amos Spiazzi sia diventato generale nonostante la sua storia giudiziaria (una dozzina di processi) legata a fatti eversivi, il fatto che nonostante sia oggi in pensione e si occupi di mediazioni immobiliari ottenga di essere sentito in una caserma dei Carabinieri e il fatto che questo ex ufficiale esperto in golpe e nella organizzazione eversiva La Rosa dei Venti sia sentito su bombaroli e terroristi con cui evidentemente ha avuto stretti contatti. Ricordo il comizio che gli dedicai nel ’74 a Palmanova del Friuli, in quell’enorme piazza al centro della città rinascimentale stellata in cui su una fiat 500 arrivammo un giorno a denunciare trame golpiste (da Udine partimmo in tre, Franco Masarin che era il responsabile di Lotta continua in città, Tony Capuozzo e il sottoscritto). Quattro mesi dopo il giudice Tamburino incriminò Spiazzi per trame eversive. Da Bresciaoggi del 10.2.12:

Amos Spiazzi sentito per 8
ore dagli inquirenti dei minori
STRAGE DI PIAZZA LOGGIA. L’interrogatorio, come persona informata sui fatti, in una caserma. La deposizione s’inserisce nel  filone d’indagini su un minorenne  che avrebbe detto d’aver avuto «un ruolo operativo il 28 maggio»
10/02/2012
Nuovi sviluppi del recente filone d’inchiesta aperto dalla Procura dei minori di Brescia sulla strage di Piazza della Loggia. A Verona è stato sentito,per otto ore, come persona informata sui fatti il generale Amos Spiazzi. Ad interrogarlo, due magistrati della Procura dei minori di Brescia. NELLE INDAGINI sulla strage del 28 maggio 1974 il generale è già stato sentito come persona informata sui fatti.  Il nuovo filone d’indagine nasce dalle dichiarazioni di un pentito, un friulano oggi sessantenne, in passato legato agli ambienti della destra eversiva e ora intenzionato a collaborare. Da testimone sarebbe comparso davanti ai magistrati di Milano, impegnati nelle indagini sulla strage di piazza Fontana e a quelli bresciani che indagano appunto su Brescia. Nell’ottobre 2010 l’uomo avrebbe iniziato a collaborare. Il friulano, parlando ai Ros avrebbe detto di volersi «togliere un peso» e avrebbe indicato un estremista di destra, un veneto, che era minorenne nel 1974, l’anno della strage di piazza della Loggia. Questo ragazzo gli avrebbe confidato di essere stato a Brescia con un ruolo operativo il giorno della strage. E quindi a Brescia è stato aperto un nuovo fascicolo a carico di ignoti.  PER QUESTA ragione, nei giorni scorsi, due magistrati bresciani della Procura dei minori, il Procuratore Emma Avezzù e il sostituto Maria Grazia Omboni hanno raggiunto la caserma dei carabinieri di via Salvo d’Acquisto, nella città scaligera, e hanno ascoltato il generale Spiazzi.  L’interrogatorio si è protratto per otto ore, interrotto solo da una breve pausa per il pranzo. Al generale sarebbe stato chiesto se conosceva qualcuno che all’epoca della strage di piazza della Loggia era minorenne e che avrebbe potuto avere un ruolo in quell’attentato.  MA, APPARENTEMENTE senza un nesso logico, all’ufficiale è stato ancora chiesto conto di Ludwig. Sugli omicidi attribuiti ad Abel e Furlan il generale era già stato sentito nel 1982. Capitolo aperto e chiuso, senza conseguenze in brevissimo tempo.  Nel processo di primo grado per la strage di Piazza Loggia, il generale finito in cella nel gennaio del ’74 perchè sospettato di aver preso parte al cosiddetto «Golpe Borghese» con la cospirazione «Rosa dei venti» venne sentito il 22 settembre 2009. Quel giorno ricordò: «d’ essere stato assolto con formula piena in ben 19 processi» e di «aver fatto ricorso a Strasburgo per i danni materiali subiti con sei anni e mezzo di carcerazione preventiva».  Confermò inoltre la conoscenza e i suoi rapporti con Marcello Soffiati, il veronese che per il «pentito» Carlo Digilio portò la bomba da Mestre a Verona e poi a Milano, ma lo dipinse come un «inaffidabile» che «girava con un tesserino con generalità e la scritta agente Cia».

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