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Nove febbraio, la Repubblica Romana. Finisce il potere temporale del Papato, libertà di culto, tutti gli uomini votano…

Nove febbraio 1849, cominciava la grande avventura della repubblica Romana. Per i principi che insrerì nella sua Costituzione è stata senz’altro l’equivalente italiano della Rivoluzione francese.
La Repubblica Romanqa introdusse infatti il suffragio universale maschile; l’abolizione della pena di morte e la libertà di culto. La Repubblica estromise Papa Pio IX dai suoi poteri temporali. Fu governata da un triumvirato composto da Carlo Armellini, Giuseppe Mazzini ed Aurelio Saffi.

« Decreto fondamentale della Repubblica Romana
•    Art. 1: Il papato è decaduto di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato Romano.
•    Art. 2: Il Pontefice Romano avrà tutte le guarentigie necessarie per l’indipendenza nell’esercizio della sua potestà spirituale.
•    Art. 3: La forma del governo dello Stato Romano sarà la democrazia pura e prenderà il glorioso nome di Repubblica Romana.
•    Art. 4: La Repubblica Romana avrà col resto d’Italia le relazioni che esige la nazionalità comune. »

L’innovazione più importante e significativa della Costituzione del ’49 è quella che sopprime dunque la condizione privilegiata della religione cattolica come religione di Stato, e afferma il principio per cui la fede religiosa è irrilevante per l’esercizio dei diritti civili e politici.
Il testo è costituito da VIII paragrafi di principi fondamentali e da 69 articoli raggruppati sotto otto titoli più alcune disposizioni contingenti contenute negli articoli 65-69.

Poi venne la resa dei conti con i francesi intervenuti a sostegno del Papato. Riprendo da Wikipedia:
“Il 31 maggio, il generale francese Oudinot rinnegò un trattato di alleanza negoziato da Lesseps ed annunciò la ripresa delle ostilità: egli ora disponeva di 30 000 soldati ed un possente parco d’assedio.
Roma venne assaltata all’alba del 3 giugno. Il primo obiettivo era la conquista del Gianicolo, monte sopra Trastevere dal quale si dominava la città. Esso venne parzialmente conquistato solo dopo una sanguinosa battaglia, nella quale si distinsero particolarmente i volontari reduci dalla prima guerra di indipendenza, guidati da Garibaldi.
Seguirono molti giorni di bombardamento, durati sino al 20. Quella notte i francesi presero un tratto dei bastioni di Trastevere. Il governo della Repubblica Romana guidato da Mazzini rifiutò, ancora una volta, di arrendersi, e Oudinot riprese con più veemenza il bombardamento: al contrario del precedente, però, esso venne rivolto direttamente sulla città volti ad indurre Roma alla resa. Nel frattempo, le truppe francesi erano riuscite ad oltrepassare il Tevere presso Ponte Milvio, nonostante l’eroica resistenza del Battaglione Universitario Romano. Molti furono gli studenti romani caduti nelle giornate di giugno, compresi i Fratelli Archibugi.
Dopo altri sei giorni di cannonate, il 26, venne comandato un nuovo assalto al caposaldo dei difensori sul Gianicolo, la Villa del Vascello, bravamente respinto da Medici ed i suoi volontari.
Il 30 Oudinot comandò un assalto generale e si impossessò di tutti i capisaldi fuori le mura aureliane. Sul Gianicolo si combatté l’ultima battaglia della storia della Repubblica Romana. Il generale Garibaldi difese il Vascello ed i volontari attaccarono i francesi alla baionetta, ci saranno 3 000 italiani fra morti e feriti. Caddero circa 2 000 francesi, ma la battaglia per gli italiani era comunque perduta”.

Sugli stranieri che combatterono a fianco di Garibaldi e degli altri garibaldini segnalo il libro di Stella Sofri e Brunella Diddi “Roma 1849”. uscito da Sellerio,  Dovevano presentarlo domani sabato a Roma nella sala della Protomoteca ma stavolta per la neve hanno dovuto rimandare.

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