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L’Enel sta per deviare il Magdalena, il più grande fiume della Colombia. Per una diga contestata dai contadini

L’Enel vuole deviare il fiume Magdalena in Colombia, un corso lungo 2700 km, per una diga. I contadini minacciati stanno manifestando da tempo la loro contrarietà. Per domani,  20 febbraio,  prevista la deviazione del fiume.

Per 24 ore durante gli ultimi episodi di resistenza fermato anche un videomaker romano, poi rilasciato. Ecco un aggiornamento dalla Colombia su questa situazione:

La gente contro Enel. La partita è ancora aperta.

Dopo lo sgombero di martedí scorso, quando l’impresa italiana ENEL ha sollecitato l’intervento degli agenti anti sommossa contro pescatori e contadini che difendevano il fiume Magdalena, nel sud del paese, dal progetto idroelettrico EL Quimbo,  la partita sembra aprirsi nuovamente.

Il progetto idroelettrico del Quimbo di proprietá dell’impresa spagnola ENDESA – controllata dall’italiana ENEL pretende inondare 8500 ettari delle migliori terre agricole della regione del Huila per produrre energía in parte destinata all’esportazione e in parte alla copertura del fabbisogno interno che si prevede aumenterá al porre in opera centinaia di progetti minerario energetici che occuperanno nei prossimi anni circa 25 milioni di ettari del territorio colombiano. Una energía destinata direttamente e indirettamente a beneficiare le finanze di multinazionali  che da tutto il mondo accorrono per depredare il paese andino.

Dopo anni di resistenza pacifica e legale, martedì 14 febbraio l’impresa ha mandato esercito e squadroni antisommossa a sgomberare circa 600 manifestanti che accampavano sulla sponda del fiume per impedire con la propria presenza física la sua deviazione, necessaria per prosciugare il tratto dove sorgerá il muro di contenzione.

Le persone accampate hanno deciso di esercitare una resistenza passiva, sedendosi sul bordo del fiume e prendendosi per mano, abbracciando il Magdalena in un gesto di protezione e solidarietá. La non violenza di chi protestava si è scontrata con la ferocia dell’ESMAD (gli agenti antisommossa) che hanno colpito con manganelli, granate si stordimento e gas lacrimogeni. Il bilancio della giornata è stato di 3 feriti. Uno di loro, un ragazzo di 20 anni, ha perso un occhio.

È necesario ricordare che, inondando questa valle, non solo si colpisce un ecosistema delicato, come è quello che vive intorno a un fiume e una zona di protezione dell’amazzonia, ma verranno sfollate circa 2000 persone, e in totale 3000 perderanno la loro fonte di sopravvivenza económica sia essa la pesca o l’agricoltura. Un danno che trascende le sorti degli abitanti direttamente danneggiati, rappresentando la perdita di una cospiqua produzione agrícola, garanzia alimentare per tutto il paese.

Il giorno successivo allo sgombero i contadini e i pescatori, percorrendo sentieri nascosti per sfuggire ai posti di blocco con i quali si sta militarizzando l’intera regione, sono arrivati nuovamente alla riva del fiume. Dopo un primo violentissimo e rapidissimo sgombero, nel quale si evidenziava la presenza del capo di sicurezza dell’impresa tra gli agenti dell’ESMAD, le comunitá sono tórnate a occupare la stessa spiaggia. La polizia, il cui agire non rispondeva a quanto pare a nessun ordine superiore, si è ritirata. In questo momento le comunitá del Huila continuano la resistenza contro il progetto idroelettrico del Quimbo, stazionando in una spiaggia in prossimitá del cantiere e cosí impedendo con la loro presenza la deviazione del fiume.

Domenica 19 e lunedí 20 sono previste nuove manifestazioni di protesta. Il direttore di ENDESA ha dichiarato che la non deviazione del fiume nei tempi previsti potrebbe mettere a rischio l’intero progetto.

Nel frattempo il ministro dell’interno, responsabile dell’agire della forza pubblica contro le proteste è stato citato nel parlamento per rispondere dell’accusa di conflitto di interesse, in quanto suo fratello è il direttore di CODENSA, una controllata di ENDESA.

Le comunitá in resistenza, organizzate intorno ad Asoquimbo manifestano la volontá di continuare la resistenza pacifica e non violenta, nonostante gli abusi commessi dalle forze dell’ordine,  per difendere il fiume, il suo ecosistema, proponendo che al posto della diga si costituisca nella zona una reserva contadina agro alimentare.

COLOMBIA, 17 febbraio 2012

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