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Kerala, uccisi due pescatori da militari italiani in acque indiane. “Erano sospetti…”. Nonché disarmati

Militari italiani sparano dentro acque territoriali indiane e uccidono due pescatori del Kerala, poco al largo di Cochin. I militari sarebbero dei fanti di marina a bordo di una petroliera italiana. I pescatori erano disarmati ed erano solo pescatori. L’India protesta con l’Italia.

Ma come funziona? Chi permette a dei fanti di marina di sparare così in giro per il mondo? Ci saranno pure i pirati e la pirateria. Ma le regole quali sono: sparare a qualunque imbarcazione sospetta, in acque di altri paesi? E chi decide cosa è sospetto e cosa no? E ancora: ci sono militari su tutte le navi che vanno in quei mari? Quanti sono, quanto costano, chi li ha autorizzati?

Forse c’è un problema di clima generale che si è creato in Italia. Non vorrei fare paragoni strani, però la guardia municipale che spara a Milano e uccide un cileno disarmato colpendolo alla schiena ha avuto il vantaggio di non ricevere neanche proteste dal paese di quel povero morto.

(nella foto, i “pericolosi” pescherecci del Kerala)

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