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Fusti tossici nel terreno in cui deve sorgere il Museo della Shoah a Roma?

Museo della Shoah, battuta d’arresto? Se s’ dipende da chi ha sepolti i fusti di materiale probabilmente tossico nel terreno su cui deve sorgere il Museo. E che ieri sono stati rinvenuti durante gli scavi propedeutici archeologici che una volta effettuati (con esito negativo) avrebbero dovuto dare il via libera al bando d’appalto per i lavori veri e propri.

Ma chi li ha seppelliti lì? Le suore che erano proprietarie del terreno  fino al 1973? O l’immobiliare Sic di una famiglia di albergatori (syuo un importante hotel di via Veneto) subentrati nel 1973 con l’idea poi di realizzarvi un immobile bloccato poi dai ricorsi dei vicini? Fino al 2003 quel terreno è della Sic, lo scavo effettuato con relative palificazioni per l’immobile poi contestato è sua opera. Il cantiere è stato poi abbandonato a se stesso? Insomma se i fusti sono tossici, ci si aspetta che gli investigatori scavino in questa storia e ne individuino i responsabili.

I Violante in questa vicenda hanno tra l’altro finora ottenuto un’ottima buonuscita: in cambio di quel terreno su cui i ricorsi al Tar bloccavano tutto – valore stimato d 16 milioni di euro – hanno ottenuto una compensazione per un terreno edificabile di analogo valore a Pietralata.

Chi ci rimette è chi ha a cuore il Museo della Shoah che ora da questa vicenda riceve comunque di fatto una fastidiosa battuta d’arresto, si spera la più breve possibile.

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