Sono arrivati cinque Tir carichi di sale alla protezione civile del Comune di Roma. Ieri sera. E’ una notizia confortante, che dovrebbe contribuire a modificare quel quadro di interventi poco efficaci basati su solo 250 tonnellate di sale che non sono bastate nei giorni scorsi a fermare l’emergenza neve a Roma. Tra gli esperti del settore la valutazione sulla quantità di sale da stoccare per un’emergenza neve in una città estesa come Roma – il comune ha un territorio pari alla somma di quelli di Milano, Napoli, Torino, Genova, Palermo, Bologna, Firenze, Bari e Catania – oscilla tra le 500 e le mille tonnellate. Ma il punto nodale della defaillance capitolina è secondo Athos De Luca, vicepresidente della commissione ambiente del Campidoglio, l’avvenuta eliminazione del “piano neve” che Alemanno aveva ereditato dal centro sinistra. “Non ci sono più i punti di stoccaggio del sale, che erano una sessantina ed erano affidati all’Ama – è la scoperta del consigliere De Luca -, non ci sono più perché il piano neve che faceva perno sull’Ama è stato eliminato nel 2009 …”. Quanto alle polemiche con la Protezione civile nazionale De Luca aggiunge: “Inutile giocare a nascondino, il sindaco deve ricordarsi sempre che per la legge è lui la massima autorità di protezione civile sul territorio”.
Il sale e tutto il resto: la requisitoria di De Luca parte dalla mancata dislocazione in modo tempestivo sulle arterie capitoline e sugli snodi principali di personale dell’amministrazione, cui è seguito un ritardo nello spargimento del sale che era in quantità insufficiente e la successiva mancata entrata in campo dei mezzi Ama e del Servizio protezione giardini (un centinaio da trasformare in spazzaneve)”. A questo quadro poi si aggiungono – prosegue De Luca – le difficoltà Atac nel far uscire i propri mezzi e le conseguenze sono quelle registrate dalla città. E tutto questo, conclude l’accusa lanciata ora dal vicepresidente della commissione ambiente, è frutto della “cancellazione del Piano Neve elaborato dall’amministrazione capitolina a partire dalla lezione della nevicata del 1985, perfezionato soprattutto sotto la giunta Rutelli e portato avanti da quella Veltroni fino alla brusca cancellazione effettuata nel 2009 dall’amministrazione Alemanno in favore di un nuovo sistema basato su piccoli appalti ad hoc, un sistema che si è rivelato catastrofico”. Non solo: secondo De Luca anche l’ufficio della Protezione Civile è stato depotenziato e ridotto a un’appendice dell’assessorato ambiente.
“Dopo il 1985 fu predisposto un “Piano Neve Ama” che si avvaleva della rete efficiente di uomini e di mezzi dell’azienda presenti sul territorio ed in grado di far scattare un intervento capillare ed efficace 24 ore su 24 – prosegue Athos De Luca -,con la reperibilità dei dirigenti e le scorte di sale in 60 depositi, presenti in tutti i municipi che facevano capo alle strutture di Ama. Questo piano era in grado di mettere a disposizione fino a 2000 uomini, per spargere il sale, spalare la neve manualmente e con un centinaio di pale meccaniche realizzate con l’uso di lame apposite da abbinare ai mezzi di Ama. Insomma una vasta organizzazione di emergenza diffusa sul territorio pronta ad entrare in azione con costi contenuti in quanto si utilizzava il personale dell’azienda dotandolo di adeguati straordinari e mezzi . La nuova giunta Alemanno nel 2009 con una decisione assurda e irresponsabile ha azzerato il piano neve di Ama ,l’unica azienda attrezzata ed idonea ad un intervento di questo tipo, ed ha accentrato tutto presso il gabinetto del sindaco che si è avvalso di cooperative e associazioni per organizzare la protezione civile. Viceversa le cooperative sociali che invece erano attivate dall’Ama sono state totalmente estromesse. I risultati purtroppo sono sotto i nostri occhi. La città abbandonata a se stessa e il sindaco impegnato in virulente polemiche con la Protezione Civile per scaricare su altri,come è suo solito, le proprie responsabilità”.
Paolo Brogi
corriere.it 6.2.12