Sette milioni di euro sono troppi, infinitamente troppi per un giornalista! Un giudice civile di Torino, Maura Sabbione, ha condannato Corrado Formigli, il giornalista allora ad “Annozero” trasmissione per la quale si era pure fatto pestare i piedi da Larussa, e la Rai a pagare questa iperbolica cifra per aver diffamato la Fiat. Sentenza esecutiva, bisogna pagare subito.
E quando mai un altro giornalista oserà parlare male in futuro di una ditta automobilistica?
Questo è un paese in cui la Rai (il Tg2) aveva tenuto a battesimo una trasmissione sui prezzi e sul carovita che poi dovette chiudere per le infinite ripicche delle industrie. Vinsero le industrie, non la popolazione italiana.
Stavolta scatta una condanna dai livelli impensabili. Il giudice Sabbione deve aver fatto dei conti chissà quali. E quindi eccoci di nuovo alle prese con la questione diffamazioni.
La legge attuale è totalmente sbilanciata a favore di chi si ritiene offeso. Diversamente che da altri paesi qui, dove le diffamazioni scattano spesso quasi in automatico e soprattutto in sede civile (tanto se poi la querela sarà archiviata, come succede spesso, chissenefrega pensano i querelanti non tenuti a risarcire i querelati), la legge non prevede un ritorno per il querelato in caso di ragione. E questo è già un bel danno per chi ha dovuto sobbarcarsi spese legqali e anni di attenzione a queste cause (ricordate i conti che la povera Milena Gabanelli fece a Fazio?).
Aggiungiamoci ora queste vette apicali di denaro in caso di condanna e siamo alle prese con un vero monstrum: in queste condizioni guai a toccare i sancta sanctorum, sembra di essere tornati ai tempi di Valletta negli anni ’50 quando i comunisti venivano licenziati, gli scioperi vietati, le auto erano tutte nuove e geniali, poco importa che ci fossero a Turin decine e decine di migliaia di immigrati che fatti venire in città vivevano come bestie. In quella città allora l’Einaudi rifiutò di pubblicare il libro di Goffredo Fofi sull’immigrazione meridionale a Torino, il libro dovette uscire a Milano da Feltrinelli. Figuriamoci.
Saranno tre o quattro le trasmissioni in cui si parla ormai di cose serie. E allora? Dalli a questi rompiscatole. Magari ha sbagliato Formigli, certo, ma presentargli un conto così?E sarà un caso che Santoro non è più in Rai e Formigli neanche?
Solidarietà dunque a Formigli per una sentenza tra l’altro esecutiva, indipendentemente dal ricorso in appello. Ha la faccia del buono Formigli, qualcuno come è successo al Dal Verme pensa che gliene si possano fare di tutte.