Putin ha colpito Alexiei Navalny, il più conosciuto blogger russo. Per le proteste contro i brogli elettorali, nelle elezioni che hanno comunque decretato il calo rovinosi di Putin, sono finiti in cella numerosi oppositori, circa 300 gli arrestati.
In cella sono finiti tra gli altri l’ex vicepremier Boris Nemtsov, lo scrittore Eduard Limonov e il numero due del Partito riformatore filo-occidentale Iabloko Serghiei Mitrokhin (rilasciato in serata). Un tribunale della capitale ha inflitto inoltre 15 giorni di carcere, il massimo della pena, ad Ilia Iashin, uno dei leader di Solidarnost, e ad Alexiei Navalny, il più popolare blogger russo, entrambi accusati di resistenza a pubblico ufficiale dopo essere stati arrestati ieri insieme ad altre 300 persone nella più grande manifestazione mai organizzata negli ultimi anni dall’opposizione extraparlamentare.
Un’onda di protesta bloccata nello stesso modo a San Pietroburgo (20O arresti stasera) e in altre città russe (Samara, Rostov sul Don).
La tv di opposizione Dozhd l’ha già battezzata «rivoluzione Facebook», mentre le tv di Stato passano sotto silenzio il pugno di ferro contro il dissenso.