In arrivo una stretta di Putin sul web. Censura come in Cina? Ecco un estratto da un articolo di Marina Mastroluca comparso sull’Unità:
Nikolai Patrushev, ex direttore dei servizi segreti, Fsb, e attuale capo del Consiglio di sicurezza russo, ha annunciato una stretta sul web, diventato nel corso di questa campagna elettorale un punto di riferimento per l’opposizione extraparlamentare e un micidiale strumento di critica del regime.«I tentativi di impedire alle persone di comunicare sono in linea di principio controproducenti e anche immorali – ha detto Patrushev -. Tuttavia non dobbiamo ignorare l’uso di internet da parte di criminali e gruppi terroristici. Una ragionevole regolazione va condotta in Russia, come già accade negli Stati Uniti, in Cina e in molti altri Paesi». Nessun dettaglio sul come, ma sono affermazioni che suonano minacciose a poche ore dalla decapitazione del gruppo Kommersant, colpevole di aver dato troppo spazio ad atteggiamenti anti-putiniani. Ieri 60 giornalisti della testata hanno criticato la decisione in una lettera all’editore in cui definiscono i licenziamenti «un atto di intimidazione».Putin ha sempre detto che lo Stato non può – e non deve – controllare il web. Ma secondo il Moscow Times ci sarebbero pressioni all’interno del suo entourage perché si adotti per internet lo schema cinese. L’ipotesi è che si usi il progetto di legge contro la pedopornografia on line per introdurre la censura su internet. Secondo il quotidiano Vedomosti i provider potrebbero essere obbligati a bloccare i siti con contenuti ritenuti «illegali» o «estremisti», in termini tanto generici che la Lega per la sicurezza su internet che aveva promosso il disegno di legge si è dissociata. Già la scorsa settimana l’Fsb ha chiesto a VKontakte, il Facebook russo, di impedire l’utilizzo del social network per organizzare manifestazioni. Pressioni dirette hanno colpito l’ong anti-brogli Golos, il cui sito è stato bloccato insieme ad altri nel giorno delle elezioni. La direttrice dell’ong ha ricevuto anche minacce di morte scritte sulla porta di casa e sulle scale: «Shibanova muori».La libertà di riunione e di parola, nonché il rispetto dell’impegno per garantire libere elezioni, saranno evocati oggi al vertice Russia-Ue. L’Europarlamento ieri ha votato una mozione in cui si chiedono a Mosca nuove elezioni e un’inchiesta «su tutte le segnalazioni di frodi e intimidazioni.