L’appello al Papa e la foto di Emanuela Orlandi. Ma anche un testo con dieci domande. Così all’Angelus in piazza San Pietro la famiglia di Emanuela Orlandi (qui sopra Pietro e sotto sua figlia Elettra) ha portato il proprio grido di dolore. Guidati dal fratello di Emanuela, Pietro, i manifestanti – circa centocinquanta – si sono riuniti in mattinata davanti a Castel Sant’Angelo da dove in corteo hanno poi raggiunto piazza San Pietro. E quando a mezzogiorno il Papa è comparso alla finestra un’ovazione si è levata dalla piazza. Con dentro anche il nome ripetuto più volte di Emanuela, mentre venivano innalzati cartelli fatti a mano con la foto della giovane.
Con Pietro Orlandi anche numerosi altri parenti di Emanuela, dalle sorelle alle nipoti compresa la sedicenne Elettra molto somigliante ad Emanuela e che per l’occasione si era cinta la fronte con un nastro simile a quello esibito da Emanuela Orlandi nella sua foto più conosciuta. Ai fedeli presenti in piazza poi sono stati distribuiti i manifestini contenenti le dieci domande che gli Orlandi continuano a farsi sulla misteriosa scomparsa della loro congiunta. L’ultima domanda chiede tra l’altro perché la magistratura romana tardi ad aprire la tomba del boss della Magliana, Enrico De Pedis, “inspiegabilmente sepolto nella basilica di Sant’Apollinare a Roma”. Nessun accenno alla dolorosa vicenda è stato fatto dal Papa durante la preghiera dell’Angelus. “Ma noi insisteremo”, ha detto con convinzione Pietro Orlandi che oggi ha anche annunciato l’adesione all’appello (che ha superato le 40 mila firme ) anche di Dario Fo e Franca Rame.
Paolo Brogi
Allego il testo del volantino distribuito questa mattina a Piazza San Pietro dalla famiglia Orlandi:
Verità per Emanuela Orlandi
Le 10 domande
1) Emanuela Orlandi, 15 anni, cittadina vaticana, figlia del messo pontificio Ercole, studentessa di II liceo amante della musica, fu strappata alla sua famiglia il 22 giugno 1983. Nei mesi precedenti lo SDECE (servizi segreti francesi) aveva lanciato un allarme sull’imminente sequestro di un cittadino vaticano. Perché Santa Sede e Stato italiano (ministero dell’Interno, Procura, organi investigativi) sottovalutarono o negarono tale allarme?
2) Tre mesi dopo il sequestro un agente del Sisde annunciò alla famiglia: “Entro 15 giorni vi riconsegneremo Emanuela: mi raccomando, è stanca, portatela fuori Roma, in un posto tranquillo”. Poi negò di aver mai pronunciato quelle frasi. Cosa sapeva o gli avevano detto i suoi superiori?
3) Alla vigilia del Natale 1983 papa Giovanni Paolo II, durante una visita in casa Orlandi, disse ai familiari: “Quello di Emanuela è un caso di terrorismo internazionale”. Di quali elementi era in possesso? Perché questa pista è stata successivamente seppellita?
4) Perché il Papa poi divenuto Beato, capace di abbattere il muro di Berlino e farsi amare da milioni di fedeli, non è riuscito a scalfire il muro di silenzi attorno alla scomparsa di una ragazzina innocente, sua concittadina?
5) I nastri con le registrazioni telefoniche tra i rapitori e la Segreteria di Stato per chiedere lo scambio di Emanuela con Alì Agca risultano scomparsi. Perché lo Stato Vaticano ha respinto tutte le rogatorie chieste dallo Stato italiano e sistematicamente negato la collaborazione prevista dai Patti Lateranensi?
6) Un alto funzionario della vigilanza vaticana dieci anni dopo il sequestro, alla vigilia di un suo interrogatorio in Procura, chiese a un suo superiore come comportarsi, e gli fu intimato: “… Le cose che sai tu non dir eniente… soprattutto non dire che la cosa è andata in Segreteria di Stato…”. La conversazione fu intercettata. Risponde al vero che tale funzionario, indagato per reticenza, ha ottenuto la cittadinanza vaticana ed è tuttora in servizio nella Santa Sede? Perché sia gli inquirenti italiani sia lo stesso Vaticano non hanno mai chiarito questo fatto?
7) Nell’agosto 1983 Emanuela, secondo due testimonianze, fu portata in Alto Adige, e da lì in Germania. In seguito a tali segnalazioni fu aperta un’inchiesta con quattro indagati per sequestro di persona, tra i quali un funzionario del Sismi, cognato del proprietario del maso nel quale Emanuela fu vista entrare. Perché di questa indagine non si è mai data notizia? In base a quali prove nel 1997 si arrivò al proscioglimento?
8) Perché nel 1997 fu deciso di non concedere la proroga alle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e sull’attentato a papa Giovanni Paolo II?
9) Perché la “pista della banda della Magliana”, fatta passare davanti all’opinione pubblica come risolutiva del caso, non ha portato a risultati concreti nonostante se ne parli dal 2008? L’unico indagato finito in carcere (per altri motivi) nel frattempo è tornato in libertà.
10) Perché da anni la Procura di Roma tarda (dopo averlo annunciato più volte) ad aprire la tomba del boss della Magliana, Enrico De Pedis detto “Renatino”, inspiegabilmente sepolto nella basilica di Sant’Apollinare a Roma?