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La foto dell’Esquilino. Ma di stranieri quest’anno ce n’è uno solo…

LA  FOTOGRAFIA  DELL’ESQUILINO 

Ieri per il  terzo  anno  abbiamo  fatto  la  fotografia  di Natale  per  l’Esquilino, ma  qualcosa è  cambiato e un velo di  tristezza e preoccupazione era  nell’animo di  molti.

La  famosa  foto  che  dimostrava  i percorsi  di inclusività del rione  non c’era  più, eravamo solo noi i  soliti,qualche nuovo  abitante  volenteroso e   ottimista , ma di stranieri neanche l’ombra,  anzi uno  forse uno messo li in prima fila  per far veder  che  almeno  qualcuno c’era.

Evidentemente qualcosa in questi  tristi anni  è  cambiato  anche  qui e i processi  d’integrazione si sono  fermati o quantomeno   rallentati,   malgrado l’impegno di molti, la  scuola, il centro di aggregazione giovanile, i  servizi della  mediazione  sembrano non essere più  sufficienti o non bastano, se sotto i  portici  campeggiano i manifesti di casapound   che incontra  la  comunità cinese  a una  settimana dai gravissimi  fatti di Firenze.

Allora   aldilà  delle  beghe  politiche  di  rione  o di  municipio  bisogna interrogarsi e vedere se si è  fatto tutto quello che si poteva  fare, oltre i  banchetti dei vari partiti con i  volantini preconfezionati o le  sporadiche iniziative  dedicate  forse  solo  alla vanità del politico di turno.

L’Esquilino quello dove tutto accade, quello sempre  al centro  dell’attenzione dei  media, quello che il  sindaco Alemanno si  era impegnato  a trasformare  attraverso opere  faraoniche ancora non viste  ,pugno  duro  sulla  sicurezza, si è come  afflosciato , richiuso in se   stesso, dove  magari  ognuno fa un pezzo di  strada ma le diverse  strade non si incontrano.

La  piazza è  abbandonata, non c’è più  il cricket che  ormai  gioca  altrove , non avendo  trovato  ospitalità nel luogo dove era nato,  non  si   sente più  parlare  ormai della famosa orchestra  famosa in tutto il  mondo  ma che  non ha  trovato spazi adeguati sul  territorio,mentre l’Apollo rimane  desolatamente chiuso ed  pochi giorni fa  si è scoperto che era diventato un luogo di ricovero per poveri  disperati.

La scuola poi  deve andare in corteo  dal sindaco per  riavere la  palestra  chiusa da più di un anno  per sentirsi dire che forse i  soldi si troveranno, mentre si spendono  migliaia di  euro per orrendi  alberi di gesso dedicati al Natale

.Poi c’è il protagonismo di  qualche singolo che  seppure  armato di  buone intenzioni  non riesce poi a rimettere in moto  un   circolo virtuoso di idee e partecipazione. 

Mentre aumenta  la povertà, il   disagio, la solitudine ,aumentano i senza fissa  dimora,  aumentano le  piccole e grandi ingiustizie, la  trascuratezza della  vita  quotidiana  è sotto  gli occhi  di tutti, sporcizia,  traffico  impazzito,  doppia e terza fila , venditori di   patacche napoletani(si sono tornati  pure loro)orrendi mercatini ,e maxi bancarelle,

La gente   passa  frettolosa  guarda  ormai  sconfitta  non ci crede  più insomma,.

Adesso già  lo so qualcuno dirà: ma tu che hai   fatto?  Tu   che stai qui da anni che sai  tutto , che  stai  al  municipio.

Ebbene si  io  ho fatto quello  che  potevo fare  sempre ,tenendo  conto delle  condizioni date, in  alcune  cose che  riguardavano  più  specificatamente il sociale ho  sostenuto alcune iniziative  come  la scuola, il centro di aggregazione giovanile, il centro alzahimer che  fortunatamente  ancora resistono malgrado i feroci tagli  di bilancio anche per l’abnegazione dei singoli operatori. Ma sul  tema  dell’immigrazione, questi   terribili anni  hanno scavato un solco  e lasciato una traccia, e quindi gli interventi dovrebbero non  sporadici  ma continuativi e  non  ispirati solo  alla filosofia securitaria  che ha pervaso l’Italia e Roma  con il  suo   sindaco.

C’è anche da  parte  degli immigrati oltre naturalmente  quelli della  comunità cinese  già  difficilmente intercettabili per cultura, un  ritrarsi , un  tornare  alle loro  radici, un salto all’indietro  insomma che   non giova  al concetto di  comunità  per il quale  avevamo  tanto  lavorato. Allora  qualcosa non ha funzionato,allora  bisogna ripensare tutto, rimetterci  in gioco,abbandonare se possibile malintesi, vecchie  ruggini e smanie di protagonismo e  riprendere il  cammino, cercando di riannodare il  filo interrotto da questi  lugubri anni.

Firenze ci ha  insegnato che si può  reagire anche alle  tragedie,qui  grazie a Dio  ancora non ci sono  state, malgrado oscure ed inquietanti presenze  nel rione ed irresponsabili  proclami di alcuni  capetti della destra  locale.

Quindi oltre che parlare    del nostro giardinetto  sotto casa che tanto non vedrà  la  luce, raccogliere  le firme  per  far diventare  italiani i  figli degli immigrati e perché  no  allora  anche per  i genitori che vivono qui , lavorano e pagano le tasse?

Cerchiamo di  costruire non solo per un bello scatto fotografico  l’Esquilino del futuro , quello che vorremmo per i  nostri figli,altrimenti  continueremo a parlare e riempirci  la bocca  su come coniugare   la  multiculturalità  con la convivenza senza  riuscire a trovare uno sbocco.

Spero che il prossimo  sindaco di Roma, da questo   ormai   mi aspetto solo  altre nefandezze, voglia mettere al centro  del suo programma questo argomento in modo serio   ed efficace costruendo veri percorsi  politici ed amministrativi. una  delle  poche  cose pochissime per le verità che apprezzo del governo  Monti è  il  ministero dell’integrazione ,spero  che  questo si declini con autentici  poteri anche  negli enti di prossimità, sarebbe  un vero passo  avanti .

Letizia Cicconi

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