Nella “Bastarda di Istanbul” di Elkis Shafak neanche al caffè degli intellettuali, il caffè Kundera, si può accennare al genocidio degli armeni. Tabù anche lì. La scena descritta dalla Sfafak attraverso una giovane donna turca cresciuta negli Stai Uniti e tornata in Turchia spiega bene che livello di rimozione e negazionismo sia ancora esistente in Turchia.
La Francia ha adottato oiggi una legge che lo punisce. Bene. Ankara ritira l’ambasciatore e il console.
Se l’Italia non fosse così meschinamente ridotta al suo ombelico forse potrebbe dare un segnale. Ma forse è troppo pretendere.
Da noi a parte i fratelli Taviani (nella foto “La masseria delle allodole”) chi altro si è occupato dell’eccidio?