Saverio Tutino, l’avevo incrociato pochi giorni fa san Cosimato a Trastevere. Il tempo di chiedergli come va con quello che si è lasciato dietro, il premio ai diari che aveva fondato a Pieve Santo Stefano nel 1988. Tutino – 88 anni – non aveva “smesso” quel suo accento milanese e neanche le sue passioni che l’avevano visto partigiano nella Resistenza. Faceva parte con Jacoviello e qualche altro come Terzani di quel plotone di cronisti prestati dalla società civile al giornalismo e inviati in giro per il mondo da Cuba alla Cina e poi riparati qua da noi a seguire quel che passa il convento. Da ultimo aveva scoperto la diaristica, una vena aurifera inesplorata fatta di tanta gente che ha visto e raccontato. In questo era stato un maestro inventore di qualcosa che prima non c’era proprio. Un giornalista attento ai livelli meno garantiti di questa nostra società.