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Roma: librerie che chiudono, grandi biblioteche in ginocchio…E’ un degrado ben organizzato, in una città che ha spazi inutilizzati come a Capo d’Africa

Librerie che chiudono a Roma, prima Bibli a Trastevere “sfrattata” di fatto con un canone impennato e un sostanziale silenzio-assenso del sindaco Alemanno. E ora la storica Croce di corso Vittorio, per la quale è stato convocato dal Valle Occupato un presidio questa sera mercoledì 30 novembre a partire dalle 19.

L’appuntamento, organizzato dal Teatro Valle Occupato, è con gli scrittori TQ che daranno il via a una lunga serata di letture e dibattiti. Ci sarà, tra gli altri, Christian Raimo e alle ore 20 la notte per salvare la libreria Croce proseguirà con l’attore Marco Baliani, il regista Giacomo Ciarrapico e Chiara Caselli.

Ma aldilà della Croce, che peraltro esisteva dal 1945, è davvero sconsolante questo panorama romano dove  vengono meno in poco tempo strutture tradizionali della comunicazione e dell’editoria, un impoverimento accelerato che va coniugato con lo stato pe noso delle grandi istituzioni pubbliche come le biblioteche più importanti della città. Una capitale dove la Biblioteca Nazionale chiude la distribuzione dei libri alle 14,30 (per mancanza di personale) e gode di contributi pubblici pressochgè inesistenti, incomparabili rispetto alle sovvenzioni di cui godono le consorelle estere. La Nazionale come punta di un iceberg che vede a cascata uno stato di grande difficoltà diffusissimo in ogni biblioteca a carattere nazionale di Roma (dalla Biblioteca di storia dell’arte di palazzo Venezia alla Biblioteca di storia moderna e contemporanea di via Caetani ecc ecc).

E tutto questo in una città in cui ci sono spazi come il palazzo di via Capo d’Africa nei pressi del Colosseo – occupato a suo tempo da un centro sociale di estrema destra e poi “liberato” dalla precedente amministrazione comunale – che è di fatto inutilizzato e vuoto. Solo per fare un esempio.

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