Sul fronte letterario va molto bene. A Roma questo mercoledì alla Casa delle Letterature c’è Amitav Ghosh, un piccolo grande evento. Nel senso che Ghosh è un fantastico maestro di storie e l’ho appena segnalato a un’amica di Pescara che non l’ha mai letto (Edvige ha ora “Mare di papaveri”,m un buon inizio…). Che cosa gli chiederà a Roma Goffredo Fofi non so, so che ci vorrebbe un Ghosh per raccontare anche le complicate storie nostre. Per il momento ci affidiamo in questo autunno piovoso alle sue storie molto acquatiche e saggiamente antimperialiste del suo universo indiano. A riempire gli altrii vuoti provvede ora l’uscita in Italia attesa da tempo dell’ultimo grande impegno di Muarakami Haruki, sempre più sul registro di “Kafka sulla spiaggia”. Tocca ora a Aomame e Tengo tenderci svegli con 1Q84, dove Q in giapponese è lo stesso che 9 e suona ku e vuol dire dolore… Tutto succede nell’arco di nove mesi – tre stagioni divise in tre libri da ventiquattro capitoli ciascuno – di un 1984 che non è esattamente quello registrato dalla storia, un anno in cui sembra, progressivamente, esserci qualcosa di sempre più fuori fase. E di mezzo c’è anch e il lato oscuro della luna, un po’ più che nei Pink Floyd, che separa i due protagonisti…Il resto devo leggerlo ancora dal vivo, nell’edizione Einaudi (sempre Giorgio Amitrano a tradurre) che segue di solo un mese e mezzo l’uscita americana da Knopf.
Ma torniamo a Ghosh (con due h), domani a questo appuntamento sarà proprio il caso di esserci…