Ottobre 1970. Su Genova si scatena il finimondo, due le vallate colpite dallo straripamento dei rispettivi fiumi, la Val Bisagno e la Valpocevera. Ero a Genova da pochi mesi, con Lotta Continua organizzammo subito un intervento a Voltri e a Marassi per aiutare le famiglie alluvionate. Distribuimmo anche un volantone, mentre spalavamo via il fango, Diceva che due “fiumiciattoli” (il Polcevera e il Bisagno) avevano seminato la morte trasformandosi in poche ore in un incubo d’acqua. L’accusa era allora verso chi aveva devastato il territorio cementificando e desertificando le sponde delle due vallate.
Sono passati 41 anni, che cosa è cambiato da quell’ottobre?
Che cosa è stato fatto per impedire che precipitazioni eccezionali seminino la morte?
Il sindaco Marta Vincenzi che parla di fatalità dovrebbe avere il pudore di tacere.
Ormai le precipitazioni eccezionali sembrano diventare una costante, dunque c’è da chiedersi perché piuttosto gli allarmi meteo di secondo livello non siano seguiti da piani veri e propri di mobilitazione della popolazione. Soprattutto in quelle zone dove sono state usate tonnellate e tonnellate di cemento e dove il territorio è ormai devastato. Chi deve provvedere a tutto ciò?
E poi: dove la desertificazione è stata troppo forte perché non si comincia a buttar giù il cemento di troppo?
Bonificare l’ambiente, avvertire la popolazione, questo dovrebbe fare un’amministrazione corretta.
Per evitare l’alluvione prossima ventura col suo carico di morte. La fatalità non esiste.