Annalisa Usai. Erano allegri gli anni di “Porci con le ali”, ma poi ecco la rivincita spietata del tempo su quel gruppo di ragazzi che con ironia e sfottò avevano prestato le loro immagini al primo autoritratto di generazione postsessantotto.
E’ toccato infatti a Giaime Pintor, intelligente e sregolato inteprete di ricercate filiere musicali con “Muzak”, lasciarci per primo.
E poi ecco Marco Lombardo Radice, che aveva contribuito non poco a riscattare quel luogo poco vivibile che era neuropsichiatria infantile a San Lorenzo trasformandone la natura in un luogo aperto e varcabile: anche lui portato via da un infarto sul più bello. Povero Marco, ogni tanto ripeto una sua battuta legata al peso dei corpi. Diceva: ti diranno sempre quanto sei ingrassato o quanto sei dimagrito, dipende solo dall’ultima volta che ti hanno visto…
E ora ecco Annalisa Usai, con quei suoi capelli corti corti, lo sguardo diretto, un lavoro da giornalista, le passioni non dimenticate del femminismo, una famiglia legata al cinema, la Sardegna con le sue isolette minori. Leggo il ritratto che ne ha fatto oggi Simonetta Fiori su Repubblica. E ne ricavo un appuntamento per venerdì alla Sala del Commiato del cimitero Flaminio di Primaporta (dove poco tempo fa abbiamo salutato Stefano Poscia…)
Ps: Cara Annalisa, ti metto un’immagine di un’isola a te cara