Tunisia globale
di Raja ElFani
La cooperazione italo-tunisina nell’era post-Craxi vive in sordina la sua prima buona azione politica, mentre si sussulta ancora per la sorte degli immigrati nelle navi-prigione in Sicilia. Interpol arresta Moez Trabelsi (nipote dell’ex-coppia presidenziale) nel centro storico di Roma la mattina del 6 ottobre, dopo una lunga operazione e varie soffiate della comunità tunisina locale, annuncia il portavoce del Ministero della Giustizia tunisino. La notizia non appare sul sito di Interpol, oscurata dall’emergenza americana più attuale: il mandato internazionale del figlio di Gheddafi in primo piano nella Red Notice. Ora lo Stato tunisino dovrà compilare un dossier di estradizione per ottenere dalla Giustizia italiana la consegna del latitante catturato. La faccenda a questo punto può annegare nei meandri amministrativi o venir fuori al momento giusto come simbolo di efficacia collaborativa.
In questo momento in Tunisia urge la questione democratica, siamo alla seconda settimana della campagna elettorale per la Costituente con 1500 liste in campo, fioriscono i primi manifesti. L’istanza ISIE dirige il processo elettorale controllando anche la par condicio, dopo lo scartamento di alcune famigerate personalità giudicate ineleggibili. Iniziative di associazioni di espatriati si rivelano preziose in questo clima di confusione, particolarmente perspicace la guida web ai partiti, Tunivote, dei residenti in Germania. Quelli in Francia, dietro alle solite figure di spicco del mondo degli affari bilaterali, deplorano una debole rappresentazione all’estero ; fra i tanti progetti informativi, da considerare, se non altro per il bel proposito, il sito tunisiensdumonde.com.
In Canada, dove risiedono nascosti una gran parte della discendenza Ben Ali, il governo tergiversa ancora sul diritto a votare della comunità tunisina locale nota per la sua opposizione politica attiva, e sembra risoluto a giustificare questo rifiuto perfino con l’ampiezza territoriale e il fuso orario. Si tratta in realtà di un vero e proprio intervento diplomatico atto a deviare il presunto tentativo di formare un preciso movimento politico straniero sul proprio territorio.
Classica invece l’organizzazione in Italia: a Roma domani alla sede del PD, vi sarà un incontro con i portavoce delle 5 fazioni maggioritarie, fra cui il Polo Democratico Modernista (prima coalizione che ha dato il via a varie fusioni di partiti nascenti) rappresentato dalla Ben Guisa, sostenuta dalla Sgrena sul Manifesto. Sperando che il dibattito superi la strumentalizzazione dei sabotaggi sì ricorrenti ma sparsi del movimento salafista.
All’estero, i Tunisini andranno alle urne con due giorni di anticipo il 20, il 21 e il 22 Ottobre, l’emigrazione un attimo vista come risorsa civile.
Raja ElFani