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Quattro colpi di fucile calibro 12 da dietro, poi due colpi di revolver calibro 38 da lato…Così è stato ucciso Mauro Rostagno da uno o più killer

Prima quattro colpi di fucile calibro 12 Antares sparati da dietro, poi due copi di revolver calibro 38 sparati in testa da lato. Così, con uno ma forse più probabilmente due killer, è stato ucciso Mauro Rostagno la sera del 26 settembre del 1988. E le cartucce usate del fucile sono le stesse di altri delitti di mafia, Moltalto, Piazza, Sciacca, Pizzardi…
18° udienza del processo per l’omicidio di Mauro Rostagno. Si ascoltano le relazioni dei periti, il prof  Livio Milone e l’ispettore Garofalo .
L autopsia accertò che Rostagno fu raggiunto da due colpi di arma da fuoco corta alla testa appena sopra il padiglione auricolare,  uno dei proiettili fu rinvenuto all’ interno del cranio, un altro fuoriuscì all’ altezza del labbro, erano proiettili calibro 38 All’altezza del collo ci sono poi i segni di una rosata,  adesso vengono proiettate alcune foto relative all’originario sopralluogo sul luogo del delitto.
Il secondo proiettile calibro 38 sparato alla testa contro Rostagno e fuoriuscito non risulta repertato nell’ originaria relazione balistica e scientifica, cioè non si e’ trovato. E’ presumibile che il proiettile sia rimasto dentro la carrozzeria della Duna. Adesso stanno proiettando alcune immagini dell’autopsia, il corpo di Mauro martoriato per esigenza di quelle indagini rimaste ferme per decenni.
Per riassumere Rostagno e’ stato raggiunto da due colpi di arma da fuoco, pistola calibro 38, e da quattro colpi di fucile calibro 12.
La successione dei colpi: due le fonti di fuoco, una posteriore a Rostagno, un’altra lateralmente a sinistra fuori ovviamente dall’ auto. Rostagno prima viene colpito dai colpi di fucile esplosi alle spalle.
Secondo una valutazione più approfondita il prof. Milone ritiene che invece i colpi di fucile siano stati due o tre e non quattro, con questa sua valutazione evidenzia come il rilevamento originario manca di elementi importanti…
I primi colpi sono quelli esplosi da dietro col fucile, l’auto era ferma in quel momento sostiene il prof. Milione. Rostagno forse si e’ fermato e in quell’istante sono stati esplosi i colpi da dietro,  un altro soggetto spara su Rostagno da lato con una calibri 38.
Quanti erano a sparare? Il prof. Milone non esclude che a sparare possa essere stata una sola persona, prima usando il fucile e poi la pistola, l’uso di fucili calibro 12 e di pistola calibro 38 è circostanza storica nei delitti di mafia, il fucile per fermare, la pistola per finire la vittima….secondo Milone e’ pero impossibile che nel delitto Rostagno a sparare sia stata una sola persona….Non c’è certezza però su quanti hanno sparato nel delitto Rostagno…almeno secondo l’ analisi balistica e scientifica….Milone e’ indotto a pensare a due proprio in riferimento alla storia dei delitti di mafia…
Interviene adesso l ispettore Garofalo del gabinetto di polizia scientifica
Il pm Paci chiede al prof. Livio Milone sulla comparazione svolta tra alcuni delitti compiuti nel trapanese. In particolare confrontandoli con le perizie esistenti del delitto Rostagno…
Illustra la comparazione dei reperti del delitto Ristagno con quelli di altri delitti di mafia commessi in provincia di Trapani come quello dell’agente di custodia Giuseppe Montalto compiuto da Cosa nostra il 23 dicembre 1995 e per il quale e’ stato condannato all’ergastolo Vito Mazzara imputato nel processo per il delitto Rostagno assieme al capo mafia di Trapani Vincenzo Virga..
Le tracce a freddo sui bossoli comparati confermano una unica firma per questi delitti di mafia, Rostagno compreso. Tracce a freddo significa che sono state provocate non in sede di esplosione dei relativi colpi ma in tempo anteriore all’utilizzo per confondere poi i rilevamenti balistici. Per fare questo esame e’ stato usato un microscopio particolare.
Le impronte a freddo trovate sui bossoli e sulle cartucce possono essere stati provocati anche da un fucile diverso da quello usato per il delitto Rostagno.
Secondo l ispettore Garofano, le impronte a freddo coincidono per i delitti Rostagno, Pizzardi Gaetano e Sciacca Rosario e Piazza Giuseppe . Le impronte a freddo risultano apposte da uno stesso fucile, cambiano le cosidette impronte a caldo cioè lasciate al momento della esplosione…
Con la  perizia Garofalo Milone sembra superare alcune certezze della precedente perizia Manetto sul delitto Rostagno offrendo una ricostruzione non solo più logica ma anche più corretta. Certo, ha detto il prof. Milone, saremmo stati più certi se l’esame autoptico fosse stato condotto in modo esaustivo.
Il pm Del Bene chiede se e’ possibile che a fronte di una concentrazione di fuoco così ampia la Monica Serra che accompagnava in auto Rostagno sia rimasta incolume. E’ possibile risponde Milone che con una battuta dice di non potere fare un segno eloquente per rispetto della corte, sottolinea pero che mancano riscontri sullo stato della Serra dopo il delitto, se fosse per esempio sporca di sangue o di qualcos altro.
Alla nuca e’stata repertata una rosata, altre due in altrettanti distinti punti della schiena.
Chicca, la compagna di Mauro e’ in aula, guarda quelle foto, spesso si gira dall’altra parte, non c era bisogno delle foto per capire la violenza dei killer mafiosi, ma queste proiezioni suscitano ugualmente ribrezzo.
Quale e’ l’utilita’ del munizionamento a freddo? Non c e’ una ragione tecnica, risponde il perito Garofalo, aggiunge Milone può essere fatto per provare l’arma, senza fare fuoco, oppure procedere a periodici caricamenti e scaricamenti del fucile per testare l’elastica’ della molla esterna del caricatore, necessità che sono legate solo ad una circostanza e cioè quella di avere certezza della funzionalità nel momento del suo uso….che non e’ solitamente abitudine di un cacciatore che prepara l’arma da caccia sul terreno di battuta e non la porta appresso con sé già carica, ma in questo caso, chiosa il pm, e sorride il consulente, non stiamo parlando dell’uso del fucile per difesa, semmai per offesa, un fucile efficiente secondo le esigenze (ndr) di un sicario di mafia. Milone rispondendo ancora al pm Ingroia dice che analogie a proposito delle striature del caricamento a freddo riscontrate in queste comparazioni non sono state mai riscontrate in altre comparazioni….
La parola alle parti civili.
Tocca all avv Miceli.chiede di una ferita alla mano sinistra di Rostagno, risponde Milone che probabilmente si tratta di due pallettoni….situazione compatibile con la circostanza – dice il perito – che i colpi di fucile sono stati esplosi da dietro….
Alla domanda ancora dell’avv Miceli emerge la circostanza che il pallettone usato nel delitto Rostagno è di peso superiore a quello originario dichiarato dalla casa di produzione, quindi si presume che si tratta di armamento “ritoccato” per un uso che certamente (ndr) non e’ venatorio. Nella prima perizia del colonnello dei carabinieri Lombardi è scritto che si tratta di armamenti di produzione artigianale, e il pentito Milazzo nel corso delle indagini ha detto che abitudine di Vito Mazzara era quello d preparare da sé le cartucce da usare per i delitti, anche modificando quelle acquistate, sovraccaricandole….
Avv. Crescimanno: composizione di una cartuccia, la base e’ quella più resistente in una cartuccia da caccia lo rivesto con fondello in ottone alto a secondo del tipo di energia che verrà sviluppata, il tubo può essere cartone o plastica, al interno c’è polvere da sparo, pistone costituito da borra anche plastica e la carica di piombo, la borra al momento della deflagrazione serve a dare spinta alla carica esplosiva, al caricamento in piombo, al momento dello sparo esce borra e piombo, la domanda e’ indirizzata a comprendere il rinvenimento in distinti punti dell’auto dove era Rostagno delle due borre…
L udienza e’ ripresa, a fare le domande ai consulenti della Procura e’ il pm Ingroia. La domanda è sulle analogie a freddo riscontrate sia sulle cartucce sia sui bossoli, i delitti che presentano forti analogie sono quelli del delitto Rostagno, del duplice omicidio piazza Sciacca di Partannna e di Gaetano Pizzardi….delitti di mafia….
Alla domanda dell avv Crescimanno il prof Milone torna a dire che mancano elementi per dire alcune cose, come la distanza alla quale si è sparato contro Rostagno….
Cominciano le domande della difesa, avvocato Salvatore Galluffo .
Le domande sono tecniche in modo particolare, riguardano l’esito dell’ esame balistico sulle cartucce a disposizione per la comparazione, le domande riguardano anche la comparazione tra le cartucce trovate inesplose sulla scena del delitto Ristagno. I  periti rispondono ricordando che si tratta di cartucce trovate smontate e non si può dire se erano uguali o meno, i periti hanno esaminato i fondelli delle cartucce, perché ad esaminare queste cartucce fu per primo il col. Lombardi…
L’avv Galluffo insiste a porre domande sulle cattive inesplose trovate sulla scena del delitto Rostagno, le risposte dei periti a proposito della domanda se possono essere scivolate via dal fucile collassato (oggetto di frattura meccanica) al momento del delitto insistono nel dire che non è possibile dire se queste cartucce erano li dentro, l’ assunto, spiega Milone, è che nel fucile c erano sei cartucce, tre esplose e tre inesplose, ma non si può dire…
Ancora domande dell’ avv. Vito Galluffo,che con il figlio Salvatore difende l imputato Vito Mazzara, il presunto killer del delitto Rostagno, conclamato sicario di cosa nostra trapanese….Ancora le domande riguardano la lunghezza delle cartucce usate per il delitto e quante potevano essere contenuto nel fucile calibro 12 Antares usato per il delitto Rostagno…Milone risponde dicendo che non solo le cartucce erano state già esaminate e tagliate e quindi è’impossibile stabilirne l originaria lunghezza, ma non c è nemmeno il fucile usato per il delitto….Su questo punto l’avv Galluffo chiede se esiste un verbale sull’esame condotto dal col. Lombardi, l ufficiale che per primo esaminò cartucce e bossoli del delitto Rostagno…
L avv Galluffo chiede quanti potevano essere i sicari, Milone risponde che è stata elaborata la possibilita’ che a sparare sia stata una sola persona, ma aggiunge Milone che nel caso in specie è una ipotesi da scartare tantoche nella perizia si fa cenno alla presenza di due sicari sulla scena del crimine…il controesame dei periti vive anche comunque momenti accesi di confronto tra difesa e periti il presidente Péellino riesce comunque a tenere l’udienza sotto controllo e a fare abbassare subito i toni…Sui rilevamenti post delitto Milone torna a dire che reperti possono essere rimasti in auto non repertati..
L’avv Galluffo chiede se la ricostruzione fatta sia certa, Milone risponde che si tratta pur sempre di ipotesi….e sul fato che i primi colpi sono stati sparati da dietro è una ipotesi, ma il forte grado di attendibilità spiega Milone e’ stato motivato nella perizia….
Nelle ultime domande l avv Salvatore Galluffo introduce la possibilità facendo relativa domanda ai periti che Rostagno possa esse stato attinto non dal finestrino lato guida ma da quello posteriore lato destro della Duna, Milone non esclude la possibilità…la parola al avv. Ingrassia, difensore di Virga…
Domanda dell avv Lanfranca: la traccia del caricamento a freddo è diversa da fucile a fucile, nei casi in esame il segno del caricamento a freddo lasciato nei bossoli dei delitti Rostagno, Piazza Sciacca e Pizzardi è identico, sono bossoli e cartucce passati per una stessa arma, dice il perito Garofalo, possiamo chiamarlo elemento caratterizzante aggiunge Milone ….
Domande del tribunale: si scopre che non solo le indagini hanno buchi e omissioni ma anche errori di grammatica e nelle didascalie fotografiche della perizia originaria bascula è diventata basculla…
L’udienza del  processo si chiude, il rinvio e’ al 9 novembre. Seguiranno il 16, con l’esame deel maresciallo deei cc Cannas, il 23 e il 30.  Il 9 novembre saranno sentiti ufficiali ed ispettori impegnati nelle diverse perizie.

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