Matteo Messina Denaro, l’uomo che ha ereditato dal padre don Ciccio il potere sulla mafia (Francesco Messima Denaro è morto nel 1998) e che da latitante vive, c’è chi sostioene sia protetto da religiosi, in quell’angolo di Sicilia che è il trapanese, tra Trapani, Mazzara, Castelvetrano ed Alcamo. Eccolo l’ultimo superlatitante di Cosa nostra, quattro anni dopo il primo identikit del 2007. Il nuovo ritratto è stato diffuso dal servizio di polizia scientifica della Polizia di Stato, che ha utilizzato una nuova tecnica, l’Age Progression, che si basa sull’evoluzione di un volto calcolando il trascorrere del tempo.
Dalle immagini vecchie del latitante, confrontate con quelle dei suoi parenti e tenendo conto del precedente identikit elaborato nell’aprile 2007, mediante simulazione grafica computerizzata, è stata sviluppata una nuova ipotesi di ricostruzione dei tratti somatici del boss procedendo all’invecchiamento dei tratti fisionomici del volto e completando le diverse immagini con elementi di dettaglio: con o senza gli occhiali, con o senza il cappello.
Messina Denaro, soprannominato Diabolik, è più invecchiato, ha la capigliatura più rada. Lo scorso maggio l’ultimo blitz a Castelvetrano per incastrarlo. Ma la soffiata diede come risultato un nulla di fatto. Nel luogo indicato, ancora una volta, Matteo Messina Denaro non c’era. “La diffusione dell’identikit può servire in modo rilevante ad arrivare alla sua cattura”, dicono dalla questura di Palermo.