Enzo Del Re. Una volta – sarà stato il ’74 – lo perdemmo per parecchi giorni tra l’Italia, continente, e la Sardegna. Era partito, naturalmente non in aereo che non ha mai preso in vita sua, e chissà dove era finito. Il “Circolo Ottobre” che cercava di gestirne i movimenti non sapeva dove fosse finito. Poi ricomparve e naturalmente spiegò che aveva trovato un sacco di posti dove suonare sedie. Le sedie erano il suo forte, il più grande strumento percuotibile da cui lui sapeva estrarre tanto.
C’è una cassiera del Gs di Porta Portese ora Auchan che è di Mola di Bari. Naturalmente non sapeva se gloriarsene oppure no. Perché Enzo Del Re era un personaggio difficile da condividere.
E così era rimasta a bocca aperta quando un paio di anni fa seppe che la piazza di San Giovanni il I° maggio gli aveva tributato un mezzo trionfo. Dunque era famoso Enzo Del Re e addirittura molto apprezzato, specie dai giovani.
Apparteneva a quel gruppo di cantanti cantautori che facevano politica negli anni ’60 e ’70, lui la faceva comunque a modo strettamente suo. “Lavorando con lentezza”, sotto quel basco rosso che veniva da chissà dove, corpulento eppure sgusciante musicalmente come pochi. Uno a cui non chiedere però di saliure su un’auto e tantomeno su altri mezzi ancor più veloci. Enzo Del Re era un uomo di gambe e di mani, una rarità al giorno d’oggi. Ciao Enzo.