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Mafia: i carabinieri di oggi ritrovano i verbali scomparsi di Rostagno sulla Loggia Scontrino. La Corte ha riconvocato il 16 giugno i Cc di allora

Rino Giacalone ha creato il documento “Delitto Rostagno: arrivano in aula i verbali scomparsi, tornano due testi già sentiti”

Di Rino Giacalone

I verbali venuti fuori dal nulla adesso hanno fatto ingresso nel processo in corte di assise per il delitto di Mauro Rostagno. Il comandante del reparto operativo provinciale dei carabinieri, colonnello Mario Polito li ha appena trasmessi alla Procura antimafia di Palermo, il suo è stato un lavoro di ricerca, non poteva essere altrimenti, ai tempi del delitto ovviamente erano altri gli ufficiali che comandavano il reparto, ma un paio di sottolineature il comandante Polito non le ha fatte mancare.

Intanto si tratta di due verbali di interrogatorio che Mauro Rostagno rese nel 1988 uno ai Carabinieri a febbraio, l’altro al giudice istruttore di Trapani, a marzo, pochi mesi prima, dunque, di essere ucciso, il 26 settembre del 1988, pochissime pagine ma dal contenuto “forte”.

Riguardano le trame che all’epoca attraversavano la città. Al solito lo scenario era occupato da una Trapani dormiente, circondata da un muro di gomma, eppure lo scandalo scoppiato era di quelli dirompenti. Un anonimo arrivato alla Procura sul concorso di comandante dei vigili urbani di Trapani, aveva fatto fare alla Squadra Mobile dell’epoca, diretta da Saverio Montalbano, una irruzione nei locali del centro Scontrino, tra le carte la prova dell’esistenza di una serie di logge segrete, quelle della Iside 2, in una agendina in possesso al professore di filosofia Gianni Grimaudo, l’elenco della loggia C, la loggia coperta, con dentro mafiosi, politici, burocrati. Rostagno era riuscito ad entrare a curiosare dentro quel mondo, a verbale all’odierno maresciallo Beniamino Cannas fece scrivere: “…Ho svolto in merito alla loggia Scontrino una indagine mirata e accurata…Su invito di un dentista che ha lavorato alla comunità (Saman ndr), tale Gianquinto, partecipai ad un incontro presso i locali del Centro Studi Scontrino al quale erano presenti il Torregrossa (Natale ndr) ed altre quattro persone. In tale occasione gli stessi mi spiegarono le finalità perseguite dalla massoneria facendomi anche visitare i Templi ubicati nei locali dello stesso centro, cercando di fare apparire la piena legalità dell’operato della Loggia Massonica trapanese…in tale frangente il Torregrossa effettuò una vera e propria difesa d’ufficio di Licio Gelli affermando che costui era una bravissima persona”. Un verbale che (fa notare oggi il comandante Polito), Cannas redasse da solo, senza altri militari presenti.  Un verbale che così ad un certo punto continuava: “Escludevano (i soggetti che Rostagno aveva incontrato ndr) il coinvolgimento della Scontrino nel traffico di armi e droga ed i servizi segreti stranieri e insistevano sulla totale estraneità del Gelli”. Nel verbale però manca il riferimento a questo passaggio. La domanda qual’era. Come mai Rostagno è stato portato a parlare di traffico di armi? E poi. In quel verbale Rostagno parla di presenze in provincia di Trapani del gran maestro della P2 Licio Gelli, ospite a casa del super boss di Mazara Mariano Agate.

Al giudice istruttore di Trapani, Trovato e Patronaggio, Rostagno andò a parlare degli appalti sotto il controllo mafioso, come quello per la costruzione dell’aeroporto di Birgi. Ma atti a corredo di questi verbali negli archivi dell’Arma, fa notare il col. Polito, non se ne trovano, se ci sono c’è da cercarli negli archivi della magistratura, quella magistratura che a quel tempo non solo negava l’esistenza della mafia (procuratore Coci) ma in qualche modo vedeva propri esponenti legati al mondo della massoneria segreta. Gianni Grimaudo aveva propri riferimenti nelle cancellerie e tra qualche togato, sempre pronto a distribuire favori, qualche incarico per la formazione professionale, dato a qualche moglie, sempre pronto a chiedere notizie anche su atti segreti, ma che per lui non valevano.

L’inoltro di questi documenti riaprirà le porte dell’aula della Corte di Assise agli investigatori che in quel 1988 indagarono (si fa per dire) sul delitto di Mauro Rostagno, il comandante dell’epoca del nucleo operativo provinciale, generale Nazareno Montanti, e al luogotenente Beniamino Cannas.Quando sono stati sentiti hanno dimenticato questa attività investigativa. E non è cosa da poco dimenticare di citare le vicende della Iside 2 della loggia massonica segreta di Trapani.

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