Ottava udienza del processo a Trapani per l’omicidio di Mauro Rostagno. In aula Chicca Roveri, è il controesame della sua deposizione, le domande le fanno i difensori dei due accusati di omicidio, Mazzara e Virga. Ma suito sono scintille tra l’avvocato Galuffo e Chicca Roveri. Il presidente deve richiamare Galuffo. Questo il resoconto dall’aula, momento dopo momento, di Rino Giacalone. Parola d’ordine dei difensori, parlare di tutto meno che di mafia.
Un foglio manoscritto, alcuni appunti, sono quelli di Mauro Rostagno a proposito delle vicende trapanesi delle quali si stava occupando: depistaggi su indagini dentro il palazzo di giustizia, loggia massonica, collegamenti tra personaggi all’epoca chiacchierati, come il procuratore Lumia, poi rimosso dal Csm o il magistrato Costa, arrestato per corruzione. Vicende che esploderanno successivamente a quel 1988, Rostagno li aveva percepiti e forse si preparava a denunciarli. Questo è l’annunciato colpo di scena che si attende nell’udienza odierna per il delitto di Mauro Rostagno. Intanto sta deponendo Chicca Roveri, la compagna di Mauro, sta rispondendo all’avv. Salvatore Galluffo, difensore, con il padre Vito, del killer conclamato della mafia trapanese Vito Mazzara, accusato in Corte di Assise a Trapani di avere ucciso la sera del 26 settembre 1988 Mauro Rostagno. L’avvocato sta ricostruendo la sera del 26 settembre, gli spari uditi, la visione della Serra, la donna che accompagnava Mauro nel suo ritorno in comunità, la Saman, da Rtc, queste le domande che sta ponendo a Chicca Roveri, le sue risposte non si discostano da quelle fornite già al pm e alle parti civili…. L’avvocato Galluffo chiede se la sera del delitto mangiò, bevve, si fece una doccia? Chicca risponde: non mangiai certamente e non mi feci alcuna doccia, sono rimasta con le mani sporche del sangue di Mauro fino al giorno del suo funerale… Le domande della difesa continuano a riguardare la vita della comunità, Marrocco che camminava armato, che faceva da scorta a Cardella, di soldi dati a Marrocco, di perquisizioni per chi entrava in comunità. Soldi soldi soldi conti correnti Cardella e il denaro…..le firme false apposte da Cardella per conto di Chicca Roveri…..la mafia? Niente nessuna domanda a proposito degli editoriali e degli interventi in tv di Mauro…Almeno fino ad ora….. Mauro diede 40 milioni alla Comunità, credo che li versò in un conto corrente, questo accadde quando morì il papà di Mauro, sono i soldi dell’eredità. Questi soldi li riceve dopo la nascita della comunità, credo che con una parte dei soldi li abbiamo spesi per comprare una macchina ci serviva per accompagnare i bambini a scuola, ricordo anche che fece un regalo a Cardella, ed era una cosa bianca, dunque quei soldi arrivarono quando c’era già la comunità. Mauro non chiese mai indietro quei soldi, non era un prestito, servivano al nostro vivere lì…La difesa chiede se sia a conoscenza di contrasti tra ristagno e Cardella sulla gestione della comunità Saman: Chicca risponde che questi contrasti non le risultano, può solo dire che Mauro rispetto alla comunità di via Plinio a Milano preferiva quella di Lenzi, che preferiva girare in Duna e non Bentley, preferiva le cose semplici, questo lo discostava da Cardella. Le domande tornano a soffermarsi sui suoi rapporti con Marrocco (uno dei soggetti indagati per il delitto Rostagno e poi anche lui prosciolto).
Chicca sottolinea: Il 26 maggio 96 vengo sentita dal procuratore Garofalo, contenta di essere sentita, con atteggiamento fiduciosa nei confronti della giustizia che nonostante tutto continuo ad avere. I miei rapporti con Marrocco, ci sono stati nel 1986, sono ripresi dopo la morte di Mauro, si sono interrotti nel 1991, in quel verbale venne scritto che io non avevo visto Marrocco dopo una certa data, cosa che io non dissi, quel verbale mi fece finire in carcere per favoreggiamento… Casualmente nel 1993 l’unica volta che lo rivedo dopo tanti anni e l’ultima volta che l’ho visto seppi che gli avevano regalato una barca, facevo lo skipper…Era pagato? Non mi ricordo che lui mi disse che era pagato……Di mafia ancora non si parla
Adesso si parla degli stipendi ricevuti da Saman, dalla comunità fui espulsa, ricorda, il giorno del mio arresto. Adesso la curiosità è per le cure dentistiche di Chicca Roveri, 25 milioni (Chicca non ricorda) soldi che le diede Cardella….Io dice ho la firma alla banca Cesare Ponti ma materialmente non aveva disponibilità e controllo di quel denaro, ci pensava Cardella. Un anno dopo la morte di Mauro, Roveri ha detto di essersi trasferita a Milano. Le domande continuano a soffermarsi sui soldi, sulla gestione del denaro della comunità, sui conti correnti aperti presso istituti bancari di Trapani e Milano…..Vincenzo Virga segue da Parma (in video) sta in piedi a braccia conserte, come a dire ecco quello che accadeva a Saman….Vito Mazzara sta seduto nella gabbia dell’aula Falcone della Corte di Assise, anche lui assiste con fare sornione, l’importante che si continui a non parlare di mafia….Si parla di un viaggio di Chicca a Zanzibar, nel febbraio del 1995. Ma questi soldi? “Io avevo un padre molto generoso”.
Racconta di quando si tentò di installare una comunità a Bonagia. Chi si occupava di allestirla, tale Taporri, mi disse che vie aggirarsi attorno una alfetta con dentro un uomo armato di fucile. Il comodato sul terreno stipulato con la Usl risaliva al luglio 1988. La Usl era proprietaria di quel terreno. L’auto fu vista salire da Bonagia verso Valderice, a bordo c’erano due persone, quello seduto dietro avvicinandosi al Taborri puntò un fucile contro questi. Questo episodio nella mia memoria è collocato dopo la morte di Mauro. Il verbale è del 31 gennaio 1989.
Il fax di Cardella contro Mauro. Fax arrivava da Publitalia, Cardella chiamava da Milano, la telefonata durò 5, 10 minuti, non fu particolarmente lunga, incentrata sulla cacciata decisa da Cardella di Mauro dal “gabbiano” la sede dei dirigenti della comunità. Il colloquio avvenne di giorno, tra mezzogiorno e le 15, il fax fu subito conseguente. Cardella mi disse che mi avrebbe mandato una lettera di spiegazioni di queste cose che devi dire a Mauro.
“Bulgarella, editore di Rtc, che sapevamo essere figlio e fratello di persone coinvolte in storie di mafia e corruzione, io ad un certo momento cominciai a pensare male, ebbi dei dubbi, come se questa persona tanto vicino alla mafia, faceva la parte dello spaventato dopo il delitto di Mauro. Non ricordo se mai parlai con lui, ero però diffidente nei suoi confronti. Non mi ricordo se parlai con lui, ero però diffidente. Ricorda poi il verminaio che girava in città su Mauro, quando si parlava bene di lui si diceva che era un illuso, la peggio che era un terrorista, dicevano che con Cardella affamavano i ragazzi della comunità, l’importante è che non si diceva che Mauro invece faceva le indagini , parlava dei mafiosi, della raffineria di droga di Alcamo Mauro era un pazzo o un fetente, ma non si doveva parlare del suo lavoro giornalistico. Cita la posizione di Peppe Bologna, editore di Telescirocco, girava voce che avesse messo in giro la storiella che i soldi ricevuti dalla comunità dalla Provincia, 250 milioni, erano stati spesi per comprare Rtc”.
Convulsa l’ultima parte dell’interrogatorio da parte dell’avv. Salvatore Galluffo. Ad un certo punto quasi stizzito (sempre nelle forme dell’esercizio della professione legale) ha contestato a Chcca Roveri che le sue domande servivano a fare chiarezza sul delitto e che la teste non collaborava, Chicca ha risposto stizzita (sempre nelle forme concesse ad un teste e che è anche parte offesa del procedimento) invitandolo a valutare se non stesse scherzando rispetto alle cose dette, perché fino ad oggi si è dimostrato che Chicca Roveri è stata l’unica a collaborare e a finire in carcere: sono stata arrestata (disse in una intervista anni addietro) per le cose che dissi contro i carabinieri. Il processo è stato sospeso col presidente Pellino che ha richiamato il difensore ad avere maggiore rispetto della teste rispetto anche al ruolo che la stessa ha nel processo.
Adesso tocca all’avv. Vito Galluffo. Ancora sui rapporti tra Cardella e Rostagno, Curcio e la comunità, Curcio è stato presentato ancora una volta come esponente di Lotta continua, Chicca ha ricordato che la circostanza è errata, Curcio era della Brigate rosse. Poi il fax di Cardella: Cardella disse a Mauro che era pericoloso per le cose che Rostagno diceva sulla mafia (intervista fatta a Claudio Fava per l’intervista a King), immediatamente l’avvocato sposta il tiro, non più mafia, ma la questione della liberalizzazione della droga che Cardella contestava. La difesa sostiene che Chicca Roveri non ha mai parlato di mafia…..Immaginate lo stupore di Chicca Roveri…Il presidente Pellino interviene dicendo “forse non glielo hanno mai chiesto”. Galluffo legge il verbale di un interrogatorio. La Roveri in quel verbale riferisce di un colloquio con Cardella, un ragionamento su chi poteva avere ucciso Mauro. In quel verbale si fa riferimento ad uno scandalo marsalese, a legami con il Psi, a socialisti che potevano essere collegati con la mafia. La Roveri interviene: vede avvocato che ho sempre parlato della mafia! La Roveri ricorda pure il ruolo che possono avere svolto alcuni politici, ” politici che non erano pecorelle smarrite nel bosco, non soggetti singoli staccati dal contesto criminale”. Per essere chiari Chicca sottolinea: ” ho sempre avuto la certezza che dietro la morte di mauro non solo ci fosse la mafia ma qualcosa di grosso tanto che oggi a 23 anni siamo qui a discutere se è stata la mafia”.
Come si era previsto le domande della difesa si sono concentrate sul rapporto sentimentale che ci fu tra Chicca Roveri e Marrocco, ospite dalla comunità. “Una storia rappresentata come una storia da Beatiful o Dinasty” ha risposto Chicca Roveri, siccome dovevano montare la storia della pista interna, molto è stato romanzato e gonfiato, Marrocco, Genovese, Oldrini, tutti chiamati in causa per vicende sentimentali che coinvolgevano Chicca e Maddalena, del tutto esagerate e incosistenti, “tutto questo per non seguire la pista di mafia”.
“La teste deve sapere che questo difensore era amico di Mauro”. “Ma per cortesia!” Botta e risposta tra il difensore di Vito Mazzara, Vito Galluffo, e la teste Chicca Roveri che poco prima aveva invitato il difensore a non indicare, come ha fatto continuamente durante l’esame, Mauro come “il povero Mauro” ma di indicarlo come il dott. Rostagno. La difesa si inalbera al richiamo, l’esame continua con l’avv. Galluffo che comincia a fare una serie di nomi, presunti amanti della teste. E sui movimenti che alcuni di questi, come Giuseppe Cammisa, ebbero dopo l’omicidio di Rostagno. L’unica mafia indicata dal difensore Galluffo è quella cinese, ricorda alla teste che Rostagno le avrebbe parlato dopo un convegno a Palermo, della mafia cinese, fortemente potente. Galluffo prosegue: Rostagno le avrebbe detto della potenza economica, fatturato da 20 mila miliardi e di una sorta di esercito a disposizione. La Roveri si ricorda era un convegno a Palermo dove si parlò anche di droga, ma non parlava solo di quella mafia. La difesa replica: signora lo so che lei vuole parlare di un’altra mafia, ci arriveremo, le posso dire che la nostra mafia è ricca prepotente forte e criminale, sono d’accordo con lei.
Intervento di Chicca: io ho letto per la prima volta le carte di questo processo alla fine del 1994 quando venne chiesta la prima archiviazione. Leggendo scopro che Cannas che diceva di essere amico di Mauro fa delle dichiarazioni l’ 8 maggio 1989 dipingendo Mauro rispetto al circolo Scontrino come uno che difende l’on. Canino. Citando un redazionale e non tutti gli altri che fece quando Mauro capì come andavano nel cose. E allora mi sono chiesta: tu mi hai incontrata, mi hai detto che indaghi sulla mafia e poi nelle carte lo indichi legato ai poteri occulti? Continuo a leggere. Io di Cannas inizialmente non ho brutta impressione, penso che è uno che mi ha detto certe cose, che parlava con Mauro, ho una buona opinione. Poi leggo quello che lui diceva. Nel 1996 leggo che Cannas indica Mauro come un barbone che raccatta i pizzini per terra. Quando nel 1993 con Cannas sono presente all’interrogatorio di Coci non avevo dubbi sulla sua fedeltà a Mauro.
Poi l’avv. Galluffo fa domanda sull’onorevole Pellegrino. Se ricorda che Pellegrino da assessore alle finanze a Trapani denunciò debiti fuori bilancio al Comune di Trapani. La Roveri non ricorda, Galluffo è stato difensore di Pellegrino nel processo che si è appena concluso per corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa, prescrizione e assoluzione, e nel procedimento per l’applicazione della sorveglianza speciale, confermata in secondo grado per due anni.
L’avv Vito Galluffo si avvia verso la conclusione, le domande sulla mafia trapanese non ci sono state. Le ultime domande riguardano il caso Calabresi e l’avv. Ligotti che in quel processo disse che Rostagno era stato ucciso per la vicenda Lotta Continua Calabresi. Risponde Chicca Roveri : anche quello è stato un tentativo di depistare le indagini. Domanda dell’avvocato sugli arancioni? “Ma quel maestro è quello che ha truffato milioni di dollari in Oregon?”. Non so risponde Chicca Roveri. Grazie signora, ho concluso. Processo sospeso.
Il processo in Corte di Assise è ripreso….Chicca Roveri ora risponde alle domande dell’avv. Stefano Mezzadini difensore di Vincenzo Virga imputato di essere il mandante….
Mauro nel primo momento che lavora in tv ha una visione ottimistica, una sorta di primavera della città: ci sono indagini a Trapani, c’è Borsellino che procuratore di Marsala si occupa della mafia mazzarese, c’è l’Iside 2 che aveva dentro personaggi mafiosi, della prefettura, istituzioni, il potere politico vario e mafiosi, e c’è l’indagine per la raffineria di droga scoperta ad Alcamo, c’è dunque l’arricchimento di Cosa nostra con la droga.
C’è poi una seconda fase successiva ad una intervista al procuratore Borsellino e quello che ascolta durante un convegno a Palermo, Mauro percepisce che quello che sta succedendo a Trapani sta andando al contrario rispetto a quello che pensava. Io ho prodotto al dott. Garofalo e al dott. Pampillonia uno schema scritto da Mauro sui possibili rapporti tra poteri e mafie dietro le quinte della Iside 2. Tutto quello che sembrava una primavera, un risveglio, non è così: a Palazzo di Giustizia di Trapani ci sono una serie di indagini ferme, la raffineria di droga di contrada Virginia avanti, i processi sono bloccati, Mauro insomma coglie l’esistenza di intrecci negativi. Mauro aveva capito questo sistema di collusioni. Per questo mio marito è morto. Un dato di fatto è che questi processi vennero svolti nei primi anni ’90, dopo che l’intervento del Csm mutò gli assetti dirigenziali a Palazzo di Giustizia di Trapani. Nel 1988questi processi risultavano rallentati. Nei processi si faceva già il nome del capo mafia , Vincenzo Virga. Virga per la prima volta fu raggiunto da un ordine di cattura nel 1994. E Virga oggi è imputato di mandante di questo delitto.
Non hanno mai indagato sulla mafia, indagavno sui nostri amori, sulle nostre spese, vicenda per la quale io ho ammesso, sono stata condannata per essere stata disattenta e stupida, nessuno che ha indagato ha mai letto i redazionali di Mauro, Mauro qui faceva il giornalista in una città che conviveva con la mafia, forse ancora oggi se si pensa che l’attuale capo mafia latitante Messina Denaro vive attorno a noi. L’avv. Mezzadini però insiste: e tocca nuovamente l’aspetto dei finanziamenti ottenuti dalla Saman dagli enti pubblici. Questione molto lontana dall’ipotesi che Rostagno fu ucciso della mafia.
L’avv. Ingrassia (altro difensore di Virga) introduce il tema dei politici attaccati in tv da Rostagno. Ingrassia chiede notizie sui Manuguerra, padre e figlio, consiglieri comunali ad Erice e Trapani. La Roveri ricorda le vicende processuali dei due e del fatto che il marito realizzò in tv una sorta di ricostruzione tipo Dinasty. Ingrassia chiede notizie sull’editore, Puccio Bulgarella, editore di Rtc. Rtc ogni giorno era seguita più che altro dalla moglie di Rtc. Ci sono state mai pressioni da Puccio Bulgarella? No, mi pare di no, Mauro non sarebbe rimasto se avesse subito pressioni.La collaborazione con Rtc è durata da settembre 1987 fino al 1988. Nell’86 fece solo alcune cose con Rtc. Minacce e lettere contro Mauro. Io dice Chicca Roveri ho memoria solo di una lettera, non ricordo se anonima, prima la fece vedere a Cardella e a me, Cardella disse che quella lettera era stata scritta da uno tosto, ti consiglio di farla vedere a un magistrato. La lettera è dell’aprile 1988, Rostagno la consegnò alla magistratura.
I processi si fanno in Tribunale, e in questo c’è una profonda differenza di concetto di giustizia tra me e lui, Francesco Cardella.
Il pm Paci chiede se si è chiesta mai se c’è una ragione (risarcitoria, di paura) da parte di Cardella nei suoi confronti che per un periodo di sei sette mesi ha garantito a lei come consulente della Saman 10 milioni di lire al mese. Soldi che venivano garantiti dai nuovi amministratori di Saman che mantenevano con Cardella comunque un legame, un legame confliuttuale ma lo avevano. In questo contesto Chicca Roveri ha sottolineato la differenza tra le e Cardella.
Io ho affrontato i processi, ha detto Chicca Roveri, lui è fuggito via, sta in Nicaragua oggi a fare l’ambasciatore presso i Paesi Arabi e non presso la Norvegia o la Scandinavia. I processi si affrontano anche con difficoltà, non facendo interviste (riferimento a Cardella) stando lontano dall’Italia. Io ad un certo punto fui espulsa dalla Saman, quel giorno fu il mio funerale, nell’aprile del 1996.
Io dal giorno del mio arresto per favoreggiamento nel delitto di Mauro ruppi ogni contatto con Cardella, lui era già scappato via dall’Italia.
A proposito delle indagini che si facevano in procura, Chicca Roveri cita una serie di appunti di Rostagno trovati dopo il suo delitto, e a quell’epoca il procuratore Coci negava l’esistenza della mafia.
Chicca Roveri ricorda il contrasto finito sui giornali esploso dentro la Procura tra Coci una parte e i pm Messina e Messana. Coci fece una direttiva per vietare ai pm di parlare.
La prossima udienza, il 4 maggio.