Vittorio Arrigoni poteva essere salvato? Non è chiaro che cosa abbia fatto il ministero degli esteri italiano, molto più solerte con contractors di destra come in Iraq e molto imbambolato quando si tratta dell’opposto come in questo caso.
Non è chiaro neanche il ruolo di Hamas, che peraltro era in rapporti con Arrigoni.
Nella striscia di Gaza purtroppo le cose sono da tempo complicate.
E la magistratura italiana che intende fare?
Ism. il gruppo di Arrigoni, International Solidarity Movement, aveva già subito la morte della giovane volontaria americana Rachel Corrie, barbaramente schiacciata da una ruspa israeliana nel marzo 2003 mentre tentava di impedire l’abbattimento di alcune case palestinese a Rafah.
Arrigoni con il suo impegno pacifista si era guadagnato le minacce tanto dell’estrema destra israeliana che dei salafiti islamici che lo consideravano troppo vicino al governo “nemico” di Hamas. Nel suo blog GuerrillaRadio raccontava le sofferenze del popolo palestinese e anche in questi giorni aveva documentato i raid israeliani nella Striscia e le morti palestinesi nei tunnel dall’Egitto. Nel dicembre 2008 aveva raccontato l’offensiva israeliana di Piombo fuso su Gaza. I suoi pezzi per il Manifesto si concludevano sempre allo stesso modo: “Restiamo umani”.
La mancata soluzione del problema palestinese purtroppo produce mostri: stavolta i salafiti. A poche centinaia di km oggi una folla è scesa di nuovo in piazza in Siria contro Assad e il suo regime. La lunga marcia verso la democrazia è comunque in atto. La morte di Arrigoni viene dopo pochi giorni quella di Julian, un attore israeliano pacifista. Forse è tempo di appoggiare in tutta l’area mediorientale chi si sta battendo per il cambiamento e liberare gli stessi palestinesi dal drammatico ricatto che si sta perpretando sulle loro vite (nellka foto l’iniziativa di oggi al Colosseo).
