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Siria, la sicurezza di Assad spara sui manifestanti: altri morti. A fuoco statua del dittatore

Siria: le forze di sicurezza, secondo il resoconto di Al Arabiya, hanno aperto il fuoco contro i manifestanti a Samnin, località nei pressi di Daraa, nel sud della Siria ed epicentro delle proteste anti-regime. E si parla di almeno 20 vittime che facevano parte di un gruppo di manifestanti diretto nella cittadina principale per prendere parte alla protesta collettiva. E proprio a Daraa, mentre alcune persone hanno appiccato il fuoco alla statua dell’ex presidente Hafez al Assad, la polizia avrebbe ucciso un altro manifestante, secondo il racconto di Al Jazeera. La stessa emittente ha citato anche un secondo bilancio, fornito dai manifestanti, secondo cui i morti sarebbero due a cui si aggiungono una decina di feriti.

Migliaia di persone si sono erano riunite già in mattinata nel centro di Daraa, teatro delle più massicce proteste anti-governative. Al termine della preghiera del venerdì sono stati intonati slogan per «la libertà» e per «vendicare il sangue dei martiri». A riferirli sono stati testimoni oculari citati da attivisti siriani che trasmettono su Twitter. Fonti mediche locali riferiscono che in una settimana sono morte a Daraa oltre 40 persone, ma il conto non tiene conto delle vittime di questo venerdì nero. Le proteste intanto si sono accese anche in altre città. A partire da Damasco, dove i manifestanti hanno tentato di sfilare in centro a sostegno dei manifestanti di Deraa (nella foto). Le forze di sicurezza, tuttavia, sono subito intervenute per interrompere il corteo che intonava «Sacrifichiamo il nostro sangue, la nostra anima per te, Daraa». Decine di manifestanti sono stati arrestati. E a Samnin, come riportato sopra, le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro i manifestanti causando diverse vittime. Proteste anche a Homs, nell’ovest del Paese, dove i manifestanti in piazza cantano «Il popolo vuole la caduta del governatore!».

Condanna della repressione da parte dell’amministrazione Obama.

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