Le autorità giapponesi accusate di indorare la pillola, dicendo il falso sulle centrali nucleari. Il premier tranquillizza ma nessuno gli crede più di tanto. Ad avanzare dubbi l’agenzia nucleare francese e un progettista giapponese ripreso anche dalla Bbc. Intanto fa paura anche una centrale in California, San Onore, è costruita sopra la faglia ed è progettata per resistere fino a 7 gradi della scala Richter.
Secondo l’agenzia nucleare francese, le emissioni radioattive del reattore 1 sarebbero molto più consistenti di quanto dichiarato dalle autorità giapponesi. Il valore di emissioni radioattive potrebbe essere di 1 millisievert per ora (mSv/h), mentre l’indice di radioattività naturale si misura attorno allo 0,0001 mSv/h.
Ma quella dell’agenzia nucleare francese non è l’unica voce con dati e misure diverse da quelle ufficiali. Masashi Goto è un ex progettista di centrali nucleari, e durante una conferenza stampa poi ripresa dalla Bbc, ha accusato il governo giapponese di non dire tutta la verità sulla situazione degli impianti atomici danneggiati dal terremoto. Secondo Goto, per il Giappone “si prospetta una crisi gravissima”: uno dei reattori dell’impianto di Fukushima-Daiichi è “altamente instabile”. E soprattutto che le conseguenze di un’eventuale fusione sarebbero “tremende”.
Finora il governo giapponese ha detto che un’eventuale fusione non porterebbe al rilascio di dosi significative di materiale radioattivo. Ma Goto risponde con un’analisi tecnica: “I reattori di Fukushima-Daiichi sono sottoposti a aumenti di pressioni ben oltre i livelli previsti quando sono stati costruiti”, dice. Secondo il progettista, ci sarebbe “il grave rischio di una esplosione con materiale radioattivo sparato su un’area molto vasta, ben oltre l’area di evacuazione di venti chilometri imposta dalle autorità”. L’esperto nucleare ha accusato il governo di nascondere deliberatamente informazioni vitali: “Non è stato detto abbastanza su come è stato ventilato l’idrogeno”. Goto ha anche descritto come “altamente inconsueto e pericoloso” l’uso dell’acqua di mare per raffreddare i reattori di Fukushima-Daiichi.
Goto descrive lo scenario peggiore, la fusione del nucleo. Che potrebbe verificarsi in caso di caduta delle barre, e il loro mescolamento con l’acqua. La reazione sarebbe un’esplosione di materiale solido, che l’esperto descrive come “un vulcano che diffonde materiale radioattivo”. Un’emissione venefica che potrebbe essere potenziata e diffusa dal vapore o una esplosione dell’idrogeno possono disperdere le scorie oltre 50 chilometri”. Un fallout molto esteso, a cui si potrebbe aggiungere l’azione dei venti, anche verso il Pacifico. Goto conclude paventando il rischio di una reazione a catena, in uno scenario tremendo: “Tutto rischia di essere moltiplicato: ci sono molti reattori nella zona. Ci potrebbero essere molte Chernobyl”.
Preoccupa negli Stati Uniti la centrale nucleare di San Onofre, concepita decenni fa e costruita all’inizio degli anni ’80 accanto ad una faglia, in California. E’ una delle due centrali nucleari della California, l’area con maggiori rischi sismici di tutti gli Usa. Negli Stati Uniti le centrali sono 104, 23 delle quali di concezione simile a quella nipponica di Fukushima. La centrale di San Onofre è concepita per resistere a terremoti di una magnitudo 7 sulla scala Richter, quello giapponese ha raggiunto magnitudo 9. Si trova non lontano dal mare, a metà strada tra Los Angeles e San Diego, e fornisce elettricità a circa 1,4 milioni di persone nel sud della California.