La centrale di Fukushima sta per fare i suoi primi morti. Due tecnici di Fukushima sono in ospedale in condizioni gravissime dopo essere stati esposti alle fortissime radiazioni che continuano ad uscire dai reattori. Un altro è rimasto ferito e non si hanno indicazioni precise sulla sua sorte.
Secondo il portavoce dell’Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare Fumio Matsuda, i due sono stati esposti a radiazioni dell’intesità di 170-180 millisieverts, circa due terzi del massimo fissato per un anno come tollerabili dal ministero della sanità di Tokyo, pari a 250 millisieverts.
I tre lavoratori – parte della “task force” di 580 persone al lavoro a Fukushima – stavano posando dei cavi sotterranei nei pressi del reattore n.3, quello considerato più pericoloso perché alimentato da una miscela di uranio e di plutonio altamente radioattiva. I tecnici stavano lavorando con i piedi nell’acqua. L’acqua radioattiva potrebbe essere penetrata attraverso le loro tute protettive. Due dei tre lavoratori avrebbero avuto delle ferite ai piedi e alle gambe e sono risultati contaminati dai raggi beta, degli isotopi radioattivi prodotti dal combustibile nucleare spento. Sono così 24 i tecnici feriti dall’11 marzo.
Intanto ecco il cesio 137 in un campo di Tokyo. Ci mette trent’anni a sparire. Livelli di cesio radioattivo di 1,8 volte più alti del normale sono stati trovati in verdure in un campo coltivato di Tokyo. È la prima volta che la contaminazione radioattiva è rilevata in una coltivazione nella capitale, a 240km a sud della centrale di Fukushima.
Non rientreranno più nelle loro case i 70 mila evacuati dalla «zona di esclusione» in un raggio di 20 km. dalle centrale. Per anni non potranno rientrare nelle loro case.