I nomi sono artemisia (per Chernobyl), isola da tre miglia (Three Mile Island), isola benedetta (Fukushima).
A gestirli sono enti bugiardi: per il disastro russo furono gli addetti di una centrale svedese a costringere i vicini russi a rivelare al mondo dopo quattro giorni il disastro che avevano fatto; per quello americano le autorità Usa hanno sempre sostenuto che non ci sono stati i morti mentendo spudoramente salvo poi interrompere di fatto – con i repubblicani nuclearisti al timone – ogni ulteriore insediamento nucleare; e ora in Giappone cercano di dire e non dire, ma già la cifra di evacuati (200 mila) si avvicina terribilmente a quella di Chernobyl (360 mila).
E i morti?
I morti di Chernobyl sono secondo l’Onu con le sue propaggini (Iaea, Oms e cc) 65 più 4000 indiretti, cifra contestata un po’ da tutti (secondo i Verdi europei i morti sarebbero tra i 30 mila e i 60 mila in tutta Europa). Fukushima, si vedrà.
A Three Mile Island infine le ricerche sul cancro mostrano un’impennata di casi vicino al fiume Susquehanna (vedi il grafico qui sotto).