DETENUTO ITALIANO DI 37 ANNI SI SUICIDA NEL CARCERE
DI VELLETRI. E’ IL PRIMO CASO DEL 2011 NEL LAZIO.
IL GARANTE DEI DETENUTI ANGIOLO MARRONI:
«MORTE FIGLIA DEL SOVRAFFOLLAMENTO. E CON GLI ANNUNCIATI TAGLI AI FONDI PER GLI ISTITUTI, CONSEGUENZE GRAVISSIME PER IL TRATTAMENTO E L’ASSISTENZA PSICOLOGICA AI RECLUSI».
Ha tagliato le lenzuola e, dopo averle annodate, ne ha fatto un cappio con cui si impiccato alle sbarre della sua cella del carcere di Velletri . Ha deciso di togliersi la vita così Gianluca Corsi, 37 anni, da oltre sette mesi detenuto in attesa di giudizio. La notizia del primo suicidio del 2011 nelle carceri della regione è stata resa nota dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni.
A quanto appreso dai collaboratori del Garante l’uomo – originario della provincia di Roma, che lascia anche una bambina piccola – era stato arrestato lo scorso luglio per ricettazione ed era in attesa di giudizio. Per sua espressa volontà aveva scelto di passare questo periodo di detenzione in una cella di isolamento, per evitare contatti con gli altri detenuti.
Ieri mattina a trovarlo senza vita all’interno della sua cella sono stati gli agenti di polizia penitenziaria durante un normale controllo.
Il primo suicidio del 2011 nella Regione si registra all’interno di un carcere, quello di Velletri, che vive una grave situazione di sovraffollamento. Realizzato per ospitare 208 detenuti ne conteneva, alla fine di gennaio, quasi 166 in più. Una situazione, questa, resa ancor più grave dal fatto un nuovo padiglione pronto ad ospitare oltre 200 detenuti, da tempo ultimato, è chiuso anche per le gravi carenze di organico fra gli agenti di polizia penitenziaria (70 in meno rispetto a quanto previsto). Una carenza che, di fatto, riduce anche la possibilità di osservare i comportamenti de detenuti ed eventualmente di prevenire gesti come questo.
«Quello di ieri è un suicidio figlio del sovraffollamento e delle difficilissime condizioni di vita che si è costretti ad affrontare nelle carceri – ha detto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni – E gli annunciati tagli di risorse agli istituti penitenziari non faranno altro che aggravare la situazione, con conseguenze terribili per le attività di trattamento e, soprattutto, per quelle di assistenza e di tutela psichica per moltissime persone recluse. Tutti soggetti psichicamente deboli che, senza un adeguato sostegno, corrono il rischio concreto di commettere gesti estremi».