La Libia rimasta finora a guardare si muove. Il nuovo vento di libertà e riscossa che sta soffiando sul mondo arabo ha raggiunto anche la Libia, paese che finora era rimasto immune dalle ondate di protesta. Stretta tra Tunisia ed Egitto la Libia aspetta ora il suo giorno della collera per il 17 febbraio. Per quel giorno mobilitata l’opposizione. Secondo il quotidiano AlSharq Al-Awsat, il principale quotidiano arabo internazionale con sede a Londra, gruppi libici di opposizione hanno proclamato tramite internet il 17 febbraio Giornata della collera, destando forti preoccupazioni nel colonnello Muhammar Gheddafi.
Anche il nipote dell’ultimo re deposto nel 1969 da Gheddafi, Idris El Senussi,dice: “Le rivolte in Tunisia ed Egitto possono propagarsi alla Libia. Mi auguro che Gheddafi compia passi che permettano il passaggio alla democrazia”. “L’effetto domino può continuare. Gheddafi è al potere da 42 anni. È il governante autoritario più longevo del mondo. Quando il tempo al governo è molto lungo, si tende a perdere il contatto con la realtà e ad avere paura del cambiamento. La Libia ha molto petrolio e pochi abitanti, come l’Arabia Saudita e gli Emirati: quattro milioni contro gli 80 dell’Egitto. Eppure, invece di avere una ricchezza diffusa e prosperare, è ancora arretrata. Gheddafi ha preferito beneficiare più i suoi seguaci e parenti”.
L’ultimo degli amici despoti di Berlusconi ha i giorni contati?