Siamo stati ostacolati dalla Soprintendenza? Questi rom avevano respinto l’offerta di un residence? C’è voluto poco perché queste affermazioni del sindaco di Roma Gianni Alemanno si rivelassero per quel che sono: affermazioni dalle gambe corte. A roma i bimbi rom continuano a morire nella sostanziale indifferenza (nella foto la baracca alla Muratella in cui ilo 27 luglio scorso morì un altro bambino).
La soprintendenza archeologica ha ribattuto infatti attraverso il sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro: dal primo settembre i nostri interventi a La Barbuta erano finiti. Dunque, per La Barbuta non è la Soprintendenza che ha fatto perdere tempo. In più si scopre che lì c’è comunque anche una pericolosa discarica di eternit.
Due: i genitori dei quattro bimbi morti negano di aver ricevuto offerte dal Comune. La loro voce è stata raccolta dal Messaggero.
Infine su queste che vengono correttamente chiamate “bugie” di Alemanno si registra un’interrogazione del consigliere Athos De Luca (Pd).
Almeno un gesto comunque resta apprezzabile del sindaco, aver dichiarato lutto cittadino a Roma per mercoledì 10 febbraio. Almeno questo.
Ma ecco il dettaglio.
Punto 1: Francesco Giro ha chiarito che «non vi sono affatto responsabilità da parte delle Soprintendenze» e ha poi argomentato questa sua affermazione, raccontando che «il parere di competenza per la realizzazione del campo nomadi era stato rilasciato dopo una complessa istruttoria, iniziata il 18 Maggio 2009 e terminata il 1° Settembre 2010. Da quella data, l’area era assolutamente disponibile e da allora sono trascorsi 5 mesi». Se il comune di Roma voleva agire, dunque, poteva farlo senza ulteriori indugi. Ma c’è un altro fatto grave che, in .questa dinamica, è stato trascurato: «Nel corso dei sondaggi archeologici – ha detto ancora Giro – è emersa la presenza di una discarica abusiva con materiale di qualunque genere e altamente tossico come l’eternit, gestito da una comunità rom che, come provano le molte denunce all’Arma dei Carabinieri, ha minacciato con estrema violenza e aggressività i nostri funzionari». Proprio questa rissosità dei nomadi nei confronti delle forze dell’ordine ha impedito che la soprintendenza lavorasse ancora più speditamente.
Il sottosegretario aggiunge a questo mosaico un’ultima tessera: «Paradosso nel paradosso – dice – accanto alla discarica, c’era anche un’altra comunità di rom senza averne titolo». Ed ecco svelato l’arcano: ci sono stati i sondaggi degli archeologi (che sono co-munque finiti a settembre) ma c’erano anche l’eternit e un’altra comunità abusiva. Questa è tutta l’ostruzione prodotta dalla «burocrazia».
Quanto al comune di Ciampino ecco la risposta: «Il Comune ha l’unica colpa di aver chiesto l’accesso agli atti amministrativi, sia del piano sia degli interventi annunciati per il raddoppio del più abusivo di tutti i campi rom, ovvero quello de La Barbuta posto all’ingresso della nostra città». Il Comune di Ciampino, insomma, ha voluto vederci chiaro, tanto più che sul suo territorio è presente il secondo aeroporto di Roma e che l’area interessata dal campo era attraversata da una falda acquifera. Solo per questo il Comune «ha formulato una richiesta di accesso agli atti amministrativi e, di fronte ai dinieghi del Comune di Roma, del Prefetto e del ministro degli Interni, è stato costretto ad avanzare dei ricorsi al Tar».
Punto 2: rilevo dall’articolo di Beatrice Piucchi suil Messaggero dell’8.2.2011:
Il padre: «Accoglienza? Non c’è mai stata offerta»
ROMA – Ogni interrogatorio, ogni racconto della notte del rogo, ogni nuova testimonianza Elena sembra sempre più vecchia, accartocciata sotto uno scialle di lana grossa. Il marito la sorregge, ma non basta, lei piange e si mette la mano sulla bocca per non urlare all’obitorio davanti alle casse chiuse dove lascia i suoi quattro figli. Il presidente della Repubblica le accarezza il viso, le stringe le mani pronunciando parole che la donna non riesce a capire, il presidente dice che questa è una tragedia che pesa su tutti noi, ma ora il dolore è solo per lei e per suo marito Mircea.
«Noi non volevamo vivere in una baracca, voi l’avete vista? -chiede l’uomo di quarant’anni che fa il manovale quando il lavoro lo trova, certo – Non è vero che non abbiamo accettato l’accoglienza. Il Comune e nessun altro ci ha mai proposto questo. Ora vogliamo tornare in Romania per seppellire i nostri figli…». Torneranno nella terra dalla quale sono scappati quasi due anni fa, Elena e Mircea, una terra divorata dalla crisi, ancora più che altrove, dove gli stipendi sono stati tagliati del venticinque per cento e «per fare la spesa ti deve indebitare e allora non ti resta che cambiare paese per dare da mangiare ai tuoi figli». E così hanno fatto, tanto lui a tirar su muri e imbiancare pareti ha imparato subito, racconta uno zio che abita a poche centinaia di metri, in un altro campo…
Giustamente chiede contro di tutto questo il consigliere del Pd Athos De Luca:
NOMADI. GIRO SMENTISCE ALEMANNO.
DE LUCA (PD) “INTERROGAZIONE SU BUGIE DEL SINDACO”
“La secca e doverosa smentita del Sottosegretario Giro al Sindaco di Roma, che aveva attribuito ai vertici della Soprintendenza la mancata realizzazione del campo nomadi della Barbuta, mostra l’immagine di un Sindaco allo sbando, che straparla e non esita a scaricare su altre istituzioni dello stato le proprie responsabilità, perdendo ogni credibilità di fronte alla città.” E’ quanto dichiara il Consigliere Comunale Athos De Luca.
“Perchè se l’area della Barbuta, come affermato dal Sottosegretario era disponibile dal primo settembre 2010 il Comune non ha proceduto alla realizzazione del campo nomadi ? Perché il Sindaco pur essendo a conoscenza di questa circostanza ha incolpato di ritardi il Ministero dei Beni Culturali ? Perché se il Sindaco è stato male informato non chiede scusa alla Soprintendenza e ai cittadini ? Come è possibile che in un frangente così drammatico il Sindaco diffonda pubblicamente agli organi di informazione notizie false ? Chiarita questa incresciosa circostanza, quando intende il Comune di Roma avviare i lavori del campo nomadi della Barbuta ? “. Sono queste le domande che il Consigliere ha rivolto al Sindaco in una interrogazione urgente.
“La verità è che Alemanno, in tre anni di propaganda, improvvisazione e incapacità – prosegue il rappresentante del PD – ha distrutto tutta la credibilità sul tema della sicurezza e in particolare dei campi nomadi, su cui aveva incentrato e vinto la campagna elettorale a Roma, contro il buonismo del centrosinistra.”.
“Questa vicenda, se ce ne fosse bisogno – conclude De Luca – conferma l’assoluta mancanza di strumenti culturali, di competenze e di capacità amministrativa, da parte della destra, per governare la città di Roma.”.