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Caffarella. Dopo il crollo della cisterna romana, in pericolo ora il casale della Vaccareccia

Dopo il crollo della cisterna imperiale romana nel Parco della Caffarella il presidente del IX Municipio, Susi Fantino, denuncia l’inoperosità dell’Ente Parco dell’Appia Antica e l’ostruzionismo fatto dalla giunta comunale di centro destra che impedisce – così sostiene la Fantino – il restauro di opere importanti come il casale della Vaccareccia. Il mio articolo sul Corriere online del 12.1.2011:

PARCO DELLA CAFFARELLA

«Il Casale della Vaccareccia
rischia di crollare»

Lo denuncia la presidente del IX Municipio, Susi Fantino dopo il crollo della cisterna imperiale romana

PARCO DELLA CAFFARELLA

«Il Casale della Vaccareccia
rischia di crollare»

Lo denuncia la presidente del IX Municipio, Susi Fantino dopo il crollo della cisterna imperiale romana

Il casale della Vaccareccia (Foto Ciofani)

ROMA – «Ora il rischio è che crolli pure il grande casale della Vaccareccia…». Alla Caffarella piove sul bagnato. E il presidente del IX Municipio, Susi Fantino, parte all’attacco dopo il crollo della cisterna imperiale romana avvenuto nella notte tra sabato e domenica. Una struttura di 37 metri per 12, sbriciolata praticamente in una notte. Ora ne resta solo un moncone, pericolante.

IL MISTERO DEI FONDI NON USATI – Eppure un anno fa per quella struttura e per altre sedi archeologiche del parco della Caffarella, polmone verde dentro il più vasto Parco dell’Appia, erano stati stanziati i fondi che il commissario del Parco non ha usato. Questo il primo punto dell’accusa del IX Municipio. «Sì, l’ente Parco dell’Appia Antica – spiega il presidente del IX Municipio – doveva puntare al recupero dei casali, alla sistemazione degli accessi di via Bitinia, via Macedonia e via Centuripe, e all’apertura della magnifica cisterna d’età imperiale che serviva a una villa ancora da scavare e che fa parte di una rete di antiche cisterne da valorizzare con visite guidate e il risultato è ora questo crollo… Vorremmo che il commissario Federico Berardi ci spiegasse perché questi soldi non sono stati spesi.».

IL CASALE DELLA VACCARECCIA – Nel mirino della Fantino c’è però anche il Comune di Roma. Perché mai? Presto detto. «Se il crollo della cisterna romana del Parco dell’Appia Antica è un altro sintomo della scarsa attenzione nei confronti dei beni culturali da parte del Governo, della Regione Lazio e soprattutto del Comune di Roma, tutta la situazione del parco della Caffarella è esemplarmente rappresentata dall’impossibilità di intervento nei confronti del monumento che ne è il cuore, il casale cinquecentesco della Vaccareccia. E questo perché il Comune ci impedisce di intervenire».

ALLERTA PROSSIMO CROLLO – Esemplica la Fantino. «Quando dopo un eterno tira e molla siamo finalmente entrati in possesso dei 2,7 milioni stanziati dalla Regione per il recupero delle strutture del parco a partire dal suo storico casale della Vaccareccia ecco iniziare una guerriglia del Campidoglio. All’improvviso ci viene segnalato che il casale non sarebbe pertinenza del IX municipio, bensì dell’XI. Ora la questione era stata già definita in passato tra l’assessore Ghera del comune e l’assessore Nieri della Regione. Ma se non bastasse parla da solo il fatto che l’accesso principale al parco della Caffarella e quindi anche alla Vaccareccia è nel IX municipio». E allora? «Quindi si tratta di una questione puramente pretestuosa il cui unico risultato è stato quello di bloccare fino ad oggi qualsiasi intervento di restauro. Ecco perché ora dico che il prossimo crollo sarà la Vaccareccia. Spero proprio di no, ma se dovesse succedere tutti devono sapere di chi sono le responsabilità».

«TEMPI TECNICI DA RISPETTARE» – Un sopralluogo congiunto tra Ente Parco Regionale dell’Appia Antica, Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma e la Soprintendenza Archeologica di Roma è stato effettuato mercoledì mattina nell’area interessata dal crollo. «In merito al cedimento della Cisterna – fa sapere l’Ente Parco – lo stato del monumento era alla propria attenzione da tempo e proprio per questo era stato inserito nel più generale progetto di recupero delle cisterne presenti nella valle. Ed è proprio per questo che il crollo ha lasciato tutto il personale coinvolto con un grande amaro in bocca. Si ritiene comunque importante segnalare che ogni intervento sui beni culturali, tanto più se essi si trovano in aree protette e vincolate, ha tempi tecnici da rispettare dovuti soprattutto alla necessità di coordinamento delle varie istituzioni preposte alla tutela. Va anche sottolineato che fortunatamente siamo di fronte ad un bene culturale di importanza minore e assolutamente non paragonabile a situazioni come quella di Pompei».

«SITUAZIONI SOSPESE» – «Il problema della Caffarella – conclude l’Ente Parco – è che le operazioni di messa in efficienza del patrimonio pubblico comunale sono iniziate e terminate nel 2000 con i fondi del Giubileo e i lavori di riqualificazione hanno interessato solo una parte dei beni espropriati. Restano ancora da risolvere molteplici situazioni lasciate sospese dalle diverse amministrazioni comunali che si sono succedute in questi anni e per la soluzione delle quali ci stiamo impegnando efficacemente con la direzione dipartimentale Ambiente del Comune di Roma».

Paolo Brogi
12 gennaio 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA

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