Non conosco Gianluigi De Palo, ex Acli, nuovo assessore scuola della giunta Alemanno. Vedo che si è presentato, pure dal Papa, in sandali. Sandali francescani. Un voto fatto otto anni fa a Gerusalemme, li toglierà quando ci sarà la pace in Medio Oriente.
Qui però m’interessa la categoria sandali. E il suo legame con la scuola. Che più che un aneddoto rischia invece di essere la vera fotografia dell’esistente. Mi vengono allora in mente altri utenti di sandali in ogni stagione dell’anno, da anni. Chi? L’ex insegnante oggi falegname Antonio Venturini, tanto per fare il primo nome. Abita a Roma e cerca di insegnare dalle parti del Parco della Ce llulosa ad altri il mestiere di falegname.
E poi l’esempio insigne di Cesare Moreno, il maestro di “Chance”, uno dei “Maestri di strada”, l’organizzazione napoletana che da anni ha provato a recuperare a Napoli i ragazzi che abbandonano la scuola e che ora – purtroppo – non gode più di finanziamenti istituzionali. Cassati dall’arroganza di chi detiene in questo momento le leve di comando e che evidentemente non trova utile recuperare ragazzi destinati così alla peggiore fine.
I piedi di queste persone in sandali hanno subito nel tempo un adattamento duro e ovvio alle spietate leggi del selciato. Piedi forti, ingrossati, induriti, a volte callosi, certamente inquietanti per tutti gli altri possessori di piedi rivestiti di scarpe. Tanto da rappresentare quasi una sorta di marchio di garanzia.
Faccio subito una proposta al neo assessore scuola in sandali: quella di chiamare i due appena nominati a colloquio. L’assessore in sandali ha tutto da imparare da questi suoi omologhi in sandali, se non altro per capire che cosa è più urgente fare sul fronte disastrato della scuola. Un incontro con i sandali ai piedi.