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Convention Viola: la sinistra faccia un tavolo per una nuova legge elettorale

Un tavolo per una nuova legge elettorale. Il tavolo che non c’è e che la sinistra dovrebbe adottare per decidere come arrivare ad elezioni più corrette. A chiederlo sono state parecchie voci oggi alla Convention Viola a Testaccio. Per primo è stato Diliberto, a nome della Federazione della sinistra,  a chiedere un’alleanza vera. La questione del sistema elettorale è stata avanzata in una delle cinque relazioni che il Popolo Viola aveva previsto per il meeting, quella affidata a Massimo Mainetto di “Libertà e giustizia” sul sistema elettorale. No alle liste bloccate, devastante il premio di maggioranza – ha ricordato Mainetto – , ci vuole un tavolo per ripartire e mettere le idee insieme. Popi la questione è stata ripresa anche da Vincenzo Vita (Pd), che ha anche aggiunto: “Non basta però la riforma elettorale, occorre anche una regolazione dei media nella campagna elettorale”. In precedenza Vita aveva richiamato l’attenzione su un a scadenza troppo dimenticata: il 31 dicembre prossimo scade il divieto per chi ha tv di possedere anche carta stampata.

Alla convention è stato inizialmente presentato un sondaggio sul Popolo viola. Ad illustrarlo il sondaggista Antonio Noto. Alcuni dati: solo il 6t% degli italiani si interessa attivamente di politica, il 45% segue un po’, il 40% per niente. In questo contesto il 42% degli italiani ha saputo del popolo viola, il 25% del quale attraverso internet mentre il resto ha saputo con giornali e tv. Interessanti infine le categorie più apprezzate da italiani e dal popolo viola: sono i magistrati (dal 61% degli italiani e dall’82% dei viola), le associazioni (50% e 62%), i giornalisti (38% e 52%), i partiti sono solo al 17%. Tra i giornalisti più apprezzati dai viola, nell’ordine, Santoro, Floris, Mentana, Gabanelli, Travaglio. Ultimo, Vespa.

Il succo degli interventi. Per Beppe Giulietti (Pd) la legge sul conflitto d’interessi consiste in un unico rigo con una parola bene in vista: ineleggibilità. Giulietti ha anche ricordato la proposta di Rodotà di un articolo 21 bis, col diritto di tutti ad internet. A proposito di recenti incursioni, ha  rilevato che in Islanda è stato introdotto il reato di molestie nei confronti dei cronisti e della cronaca. Per le elezioni ha auspicato caschi blu dell’informazione . Antonio Di Pietro ha ricordato che stilerà un’interrogazione parlamentare nei confronti delle incursioni del potere nella rete. L’avvocato Guido Scorza ha elencato tutti gli attacchi in corso alla rete e ad internet, dagli interventi del Giornale contro i blog agli 800 milioni di euro che non ci sono più per la banda larga, come ha spiegato poco tempo fa il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta. Scorza ha anche precisato che il diritto di accesso ad internet, sostanzialmente ancora disconosciuto in Italia, è stato formalmente adottato da paesi come Ecuador, Grecia, Estonia. Le conclusioni tirate alla fine da Gianfranco Mascia, in un finale monopolizzato da Marco Pannella al quale la platea ha cercato invano di carpire una risposta chiara sul comportamento dei 6 radicali il 14 dicembre al momento del voto di fiducia a Berlusconi. Pannella naturalmente non ha voluto rispondere, limitandosi a disegnare il solito panorama oscuro di partitocrazia contro cui lottare. In precedenza Marco Staderini aveva però trasparentemente fatto capire che non dovrebbero esserci brutte sorprese. In ogni caso visto che i radicali incontrano La Russa, tra l’altro anche ministro della difesa. Possono senz’altro chiedergli conto delle 90 bombe nucleari che dalla Germania – grazie a un accordo segreto stipulato a Lisbona nei giorni scorsi al vertice Nato – sono state trasferite dalla Germania (che non le voleva più sul proprio territorio) in Italia e Turchia. A Proposito, la Merkel ha anche ridotto di 2,9 miliardi di euro le spese militari, per rimpinguare altri settori. E in Italia?

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