Cinque assoluzioni. Dopo 36 anni la strage di Brescia a piazza della Loggia, quel mattino alle 10.12 del 28 maggio 1974, conosce un nuovo buco nero. Assolti col 530 CP, comma 2 (l’insufficienza di prove) l’ex generale dei carabinieri Francesco Delfino, all’epoca capitano a Brescia e dirigente del nucleo operativo dell’Arma, il fascista informatore del servizio segreto Sid Maurizio Tramonte detto “Tritone”, i fascisti Carlo Maria Maggi e Delfo Zorzi (in basso a destra)per il quale è prevista anche la frevoca dei provvedimenti restrittivi (potrà tornare, se vuole, in Italia). Assolto Pino Rauti, per il quale i Pm (qui sopra) avevano chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove, ferma restando la sua responsabilità morale.
La Corte d’Assise presieduta dal presidente Fischetti ha letto la sentenza alle 17.
Più che rabbia è sceso il gelo tra i parenti delle vittime, a partire da Manlio Milani (sopra) presidente dell’associazione.
Sconcerto più generale: questo era il terzo processo sulla strage, la conclusione è un pugno di mosche. Per la giustizia in Italia che dire? Non restano che quegli otto morti e i 90 feriti di allora.