Alle 19.10 le mascherine, gentilmente, spingono i verdi fuori dalla sala dell’Eliseo. Il meeting per rilanciare il sole che ride è finito, l’Eliseo torna teatro di prosa. Ma intanto i verdi sono rinati, grazie ad Angelo Bonelli che ha tenuto duro anche nei momenti più difficili. A dargli una mano è venuto da Bruxelles il verde più noto d’Europa, Daniel Cohn Bendit, già Dany il rosso, l’espulso celebre del ’68 francese, da anni leader dei verdi né di destra né di sinistra. “Dobbiamo solo guardare avanti”, ricorda alla platea.
Insegna provvisoria è “Europa Ecologia Italiana”. Monelli conviene poi che bisognerà rifiniree un po’ il nome, al momento bruttino. Più consolante è invece la compagnia fatta di associazioni con i loro presidenti: la Lav di Felicetti, la Lipu di Tallone, il Wwf di Leoni, gli Animalisti italiani, Verde ambiente società con Guido Pollice. Adesione – è assente però – di Guido Viale. C’è invece Carlo Vulpio, del Corriere della sera e colpito da indagini giudiziarie sostanzialmente per aver fatto il suo lavoro d’inchiesta (anche giudiziaria).
Che dire? Destra, sinistra, avanti? Un fatto è certo: bisogna essere, ripete Dany il rosso, contro certo sviluppismo di sinistra e contro le politiche diseguali di destra.