Un plantare di piede destro, numero 41. Con sopra poche lettere riconoscibili, una m e una t. C’è da sempre tra i reperti rinvenuti sulla scena del delitto all’Idroscalo (nella foto gli occhiali di Pasolini). E il Pm Francesco Minisci che ha riaperto le indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini ha chiesto recentemente al Ris una consulenza anche su questo. E il Ris avrebbe consegnato da poco una risposta…
MT, ma nel mezzo ci sono lettere cancellate. Una vecchia pista porta il nome di Johnny Lo Zingaro, al secolo Giuseppe Mastini. Di questa pista erano convinti, all’Europeo, Mauro Volterra e Oriana Fallaci. Me lo riferì Volterra, che a lungo era stato collaboratore d’inchieste di nera con la Fallaci. Quando arrivai all’Europeo ormai queste inchieste erano finite nel nulle. E Mauro Volterra pensò bene nel frattempo di suicidarsi, buttandosi giù da un cornicione. Per un momento, anche di fronte alla sua morte tornò a risuonare il nome di quel “maranga” romano, che aveva riempito le cronache a cavallo degli anni ’70.
E’ suo il plantare ritrovato all’Idroscalo?
Sono passati trentacinque anni dall’omicidio Pasolini. Nel frattempo un ulteriore elemento che rinvia a un’altra periferia, mai sufficientemente indagata, è stato messo a fuoco da Sergio Citti nella deposizione-memoria che ha fatto per l’avvocato Calvi.
Citti riferisce che alle tre del mattino di quel 2 novembre del 1975 due carabinieri suonarono a casa della cugina di Pier Paolo, all’Eur. “Signora, abbiamo trovato l’auto di suo cugino abbandonata sulla Tiburtina…”.
Com’è noto la verità processuale vede invece Pino Pelosi scappare sul lungomare di Ostia e fermarsi poco oltre.
Come è arrivata l’auto di Pasolini sulla Tiburtina?
Forse la risposta è in quel plantare di cui finora nessuno si era mai occupato seriamente.