Tagli e ancora tagli, prossima vittima il Museo di via Tasso. A gennaio sarà costretto a chiudere. L’ha comunicato oggi il Presidente del museo, il professore Antonio Parisella. L’ha annunciato a Cervara, in provincia di Roma, in occasione della consegna di un premio. Sotto accusa non solo il governo ma anche Regione, Provincia e Comune di Roma. Ecco il tenore del suo discorso.
«Nel momento in cui – insieme al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed al generale Vittorio Barbato e al commissariato alle onoranze ai caduti del Ministero della Difesa – il Museo storico della Liberazione viene onorato con l’assegnazione dell’importante riconoscimento del Premio “Sasso della Montagna della Pace”, debbo dare a tutti voi, per la prima volta pubblicamente, una notizia meno lieta che mai avrei voluto dare: è ormai molto probabile – o quasi certo – che il 2 gennaio il Museo possa non aprire i battenti e che venga commissariato». Queste parole, pronunciate dal presidente del Museo prof. Antonio Parisella, hanno lasciato nello stupore e nel disappunto le autorità e i circa 350 cittadini di Cervara (Roma) che avevano affollato la chiesa della Visitazione per partecipare all’iniziativa della consegna dei premi promossa dal Comune di Cervara. «Con gli amministratori del Museo – ha poi dichiarato il presidente Antonio Parisella – abbiamo tenuto un’apposita riunione nella quale, sulla base di una recente corrispondenza, abbiamo dovuto constatare che il Ministero per i beni e le attività culturali non ha operato, forse, il previsto taglio del 15% del contributo annuale di € 50.000,00 previsto dalla legge istitutiva per il funzionamento del Museo, ma poi ci ha finora assegnato per il 2010 – un esercizio finanziario che sta per concludersi –soltanto un terzo di quanto dovuto e g li uffici non sono in grado di confermarci né se saranno in grado di accreditarci il resto entro l’anno in corso né su quale entrata certa il Museo potrà contare per il 2011. Neppure ci sono venute in aiuto con i loro contributi – nonostante ripetute dichiarazioni alla stampa – le amministrazioni locali, Regione Lazio, Comune, Provincia e Camera di Commercio di Roma, alle quali, secondo le indicazioni della legge istitutiva, ci eravamo rivolti fin dal maggio scorso, perché concorressero con lo Stato a garantire il raggiungimento degli scopi istituzionali del Museo».
Questa prospettiva decisamente nera coglie il Museo in un momento di particolare e incoraggiante ripresa della sua attività: un numero alto di prenotazioni di visite nei prossimi mesi da parte non solo di scuole di Roma e del Lazio, ma anche di associazioni e gruppi italiani e non; compagnie e associazioni di giovani attori e attrici che chiedono gli spazi del Museo per le loro rappresentazioni; l’archivio, la biblioteca e la mediateca si arricchiscono con donazioni di fondi librari e archivistici e con raccolte e collezioni di cimeli, oggetti d’arte, fotografie; associazioni e istituzioni di cultura chiedono di programmare iniziative comuni; corsi di laurea, di master e di dottorato chiedono di poter inviare allievi per tirocini; ecc… Soprattutto, il Museo sta per concludere un progetto, portato a termine grazie alla collaborazione del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), per la o salvaguardia digitale del materiale documentario esposto nelle bacheche (dal 1955 !) ed ha avviato, in collaborazione con l’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi, la digitalizzazione dell’archivio audiovisivo. E, proprio il ritrovamento al suo interno di una copia registrata integrale dell’opera-capolavoro di Sergio Zavoli “Nascita di una dittatura”, prodotta dalla RAI, aveva motivato la programmazione di un corso sull’avvento del fascismo con intervento di specialisti di cinque Università italiane. Inoltre, il Museo – in collaborazione con l’Associazione Italo Greca-Fondazione Mediterraneo per il Museo di Cefalonia – ha in programma una mostra artistica-documentaria sulla strage dei militari italiani della Marina e della Divisione Acqui. Infine, il Museo – insieme alla Casa della Memoria del Campo di concentramento di Servigliano (Fermo) – è stato chiamato a rappresentare l’Italia nel seminario internazionale di storia comparata su “lotta non armata e Resistenza civile in Europa”, che si terrà a Dieulefit (Francia) dal 26 al 28 novembre in collaborazione con il CNRS francese e con l’Università di Lyon.