Ecco i sei migranti sulla torre a Brescia. Sotto di loro il ministro Maroni sta facendo il vuoto. Cosa succederà a Brescia nelle prossime ore?
I sei della protesta:
Arun, 24 anni, pachistano proveniente da Gujarat, il distretto del Punjab dal quale arriva la maggior parte della grande comunità pachistana di Brescia, la più numerosa. In Italia da quattro anni, a casa ha lasciato i genitori e quattro sorelle e fratelli; ha l’equivalente del titolo di studio di terza media. Si è mantenuto distribuendo in nero volantini pubblicitari, stipendio circa 500 euro al mese, a volte anche per oltre 10 ore al giorno. È volontario alla moschea pachistana.
Jimi, 25 anni, egiziano. Da cinque anni in Italia, per tre ha lavorato in nero come operaio metalmeccanico generico in una piccola ditta della provincia. In agosto ha perso il lavoro. Lavorava 6 ore al giorno per 650 euro. In Egitto ha lasciato i genitori, un fratello e una sorella. Ha un diploma di tecnico informatico.
Rachid, 35 anni, proveniente dal Marocco. La sua famiglia, in Nordafrica, è composta dai genitori, sei sorelle e due fratelli. Ha fatto solo il primo anno di scuola media, è in Italia da quattro anni , ha svolto lavori saltuari e distribuiva volantini pubblicitari, stipendio 450 euro al mese.
Sajad, 27 anni, pachistano della zona di Gujarat. È in Italia da tre anni e da tre anni non vede la moglie, i genitori e quattro fratelli e sorelle. È laureato, con un master in lingue. Ha fatto lavori saltuari.
Singh, 26 anni, arrivato nel nostro Paese nel 2005, partito dall’India l’anno prima. Ha quattro fratelli e sorelle, oltre ai genitori. Scuole medie e lavori saltuari, soprattutto distribuzione di volantini.
Papa Modou, 20 anni, abita a Brescia da circa cinque anni con i genitori, mentre il resto della famiglia vive in Senegal. Attualmente non lavora.