A Brescia sono arrivati oggi pomeriggio gli “escursionisti” delle bombe carta. Hanno fatto il loro teatrino, causando anche feriti (tre) tra gli agenti di ps. Chi a Brescia sta cercando da giorni e giorni – la protesta dei sei immigrati saliti sulla gru è iniziata il 30 ottobre – di dare una soluzione alle richieste di Arun e dei suoi compagni è rimasto spiazzato da questa parata paracadutata dall’esterno. A partire dall’associazione Diritti per tutti che è da sempre in prima linea. I più colpiti, si presume, saranno Arun e gli altri tre immigrati, che sono rimasti sulla gru dopo che Singh (ammalato) e Papa (per il pressing del padre) sono scesi. Che cosa possono aver capito da lassù, a 35 metri di altezza, dopo 13 giorni di stenti e di sofferenze?
Poi c’è il ministro dell’interno Maroni che indipendentemente da ogni altra considerazione afferma: “Finché sarò ministro io, gli immigrati non avranno mai diritto al voto”. Che dire?
Forse è il momento che a Brescia si affaccino persone diverse, in grado di usare la ragione e mostrare l’impegno. Per i pakistani Arun e Sajad, l’egiziano Jimi e il marocchino Rachid.
Intanto, tornata la calma, qualcuno ha costruito davanti al cordone dei poliziotti un cuore di candeline accese. Se non altro questo dall’alto si vede ed è comprensibile.