Informazioni che faticano a trovare spazio

I dicembre: D’Alema convoca le associazioni vittime

Il segreto di stato? Non  lo reiteriamo. e inoltre non  sarebbe mai stato applicato sulle stragi. E’ iniziate la fase di smarcamento. E D’Alema, presidente Copasir, risponde all’appello decidendo di convocare per il I dicembre un incontro-audizione con i presidenti delle associazioni delle vittime.

Partiamo da una dichiarazione fatta a caldo oggi da d’Alema: “L’apertura degli archivi è nell’interesse degli stessi Servizi, perché contribuirebbe a valorizzare le attività svolte dagli Organismi a tutela della sicurezza nazionale, contro le minacce interne ed esterne del terrorismo, a tutela degli interessi economici e strategici dell’Italia- ha detto D’Alema – . Si sgombrerebbe così il campo dai sospetti, consentendo alla magistratura di accertare, ove possibile, le effettive responsabilità di eventuali deviazioni e a giornalisti e storici di far luce su importanti episodi della nostra storia”.

D’Alema ha spiegato che “il Comitato ha deliberato di svolgere uno specifico approfondimento, attraverso audizioni di soggetti interessati e di esperti del settore, sulla disciplina degli archivi, non solo quelli dei Servizi, con l’obiettivo di favorire una omogeneizzazione delle norme in vigore, avendo come punto di riferimento la disciplina della legge n. 124. Che è anche la legge che ha istituito il Copasir e che gli ha assegnato compiti più incisivi rispetto agli Organismi parlamentari precedenti. Il Comitato si è impegnato in questi anni affinché  i regolamenti di attuazione della legge fossero coerenti con lo spirito originario della riforma, formulando pareri e proposte – sempre in uno spirito di leale collaborazione istituzionale con il Governo – finalizzati ad assicurare il massimo possibile di trasparenza”.

Intanto sul segreto. Il segreto di stato è stato abolito. Crto. Resta però il problema del cosiddetto segreto funzionale. E’ così: se in un documento compare il nome di un  agente ancora in vita e attivo, quel nome deve essere coperto.

Inoltre: perché i decreti attuativi non sono ancora operanti?

Circola una spiegazione. I decreti prevedono a loro volta una secretazione…E’ chiaro che in questo modo non ne usciremo più.

Veniamo alla questione “segreto mai applicato nelle inchieste sulle stragi”.

Falso. Intanto il caso storico di piazza Fontana, con tutti gli omissis che  costellano l’inchiesta. Quando fu arrestato il generale Miceli cosa fu invocato?

Un’inchiesta in cui fu applicato due volte il segreto di stato è stata poi quella per la strage dell’Italicus. Ha riguardato una donna che era stata sentita telefonare a qualcuno dicendogli espressamente  “non prendere quel treno”, la donna era dei serrvizi. E poi fu applicvatol a prioposito del fascista Augusto Cauchi.

Al pm Rosario Priore il segreto di stato fu opposto in due altre occasioni, quando indagava su un traffico d’armi che portava all’Olp, l’organizzazione di Yasser Arafat.

Più in generale c’è infine quella lettera ricevuta fine anni ’90 dal presidente della commissione stragi Pellegrino, mittente l’allora ministro dell’interno Giorgio Napolitano. Pellegrino chiedeva al titolare del Viminale quali fossero i documenti negli archivi dell’interno. Napolitano rispose con un lunghissimo elenco e un’avvertenza: “Attenzione, su molti di questi documenti c’è il segreto…”.

Secondo: il problema non è tanto l’archivio dei servizi segreti, quanto gli archivi che sono oltre e diversi. Come  gli archivi diplomatici (presidenza del consiglio, interno, esteri, difesa…)  e gli archivi politici. Superare le secretazioni riguarda pderciò l’intero patrimonio dergli archivi.

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