Processo per il “desaparecido” cileno Omar Venturelli. L’udienza del 6 ottobre destinata a slittare: il legale di Alfonso Podlech, il pm cileno sotto accusa per la scomparsa del militrante cileno newl 1973, si è fratturato un piede.
Così la difesa del “fiscal” ha chiesto un rinvio. La corte fisserà il 6 la data della nuova udienza, si spera non troppo lontana nel tempo visto i tentativi cointinui di Podlech di uscirsene di galera.
In ogni caso la difesa di Podlech non aveva finora neanche comunicato i testi di cui intende avvalersi, almeno questo era il quadro fino a poco tempo fa, nonostante l’assicurazione di far conoscere alla Corte la lista dei testi entrro i primi di settembre.
Se l’ha fatto negli ultimi giorni non è dato sapere. Anche se ci risulta che sia stato interpellato il segretario dell’anagrafe di Pavullo nel modenese, paese di origine dei Venturelli. Evidentemente Podlech non rinuncia alla sua caparbia volontà di voler dimostrare che Venturelli non era più italiano e che quindi questo processo in Italia non è legittimato.
Una tesi speciosa e destinata a infrangersi, ma che Podlech intende evidentemente portare avanti nella speranza di tornarsene libero in Cile, proprio lì dove però il vento comincia intanto a cambiare:da luglio infatti è scattata un’inchiesta giudiziaria che ha portato all’arresto di un ex militare di Temuco, per la strage dei sei militanti comunisti ammazzati nel carcere della città grazie a una squallida montatura (“hanno assaltato la polveriera”, dichiararono le autorità militari inventandosi una miserabile giustificazione fittizia).