Ore contate per De Pedis a Sant’Apollinare? Tra le mosse che il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo potrebbe attuare a breve c’è la riapertura della tomba del boss della Banda della Magliana Enrico De Pedis detto Renatino dentro la chiesa di Sant’Apollinare. Che cosa si nasconde dentro la tomba nella cripta oltre al corpo di De Pedis? Una telefonata anonima a “Chi l’ha visto?” tempo fa suggerì di andarci a dare un’occhiata.
L’inchiesta sull’Orlandi. La Procura ha rilanciato nei giorni l’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Il magistrato Capaldo che col pm Misto segue l’inchiesta ha annunciato che metterà sotto torchio i rappresentanti della Banda della Magliana che sanno. Aldilà della riapertura o meno della tomba intanto è tornata poi d’attualità anche la rimozione della sepoltura dalla chiesa. A riproporre il problema è stato Walter Veltroni e il sindaco Alemanno non ha mancato di seguirlo a ruota, evidentemente per non sentirsi scavalcato. Problema non nuovo, poco tempo fa la questione fu sollevata durante l-incontro di presentazione del libro di Angela Camuso “Mai ci fu pietà” fatta proprio di fronte alla chiesa (nella foto, da destra l’ex questore di Roma Rino Monaco, un’attrice che legge i testi, Emilio Radice, Angela Camuso, Valentino Parlato, il Pm Tescaroli e il sottoscritto).
La lettera di Veltroni. “C’è qualcosa che nessun italiano riesce a spiegarsi, ed è la ragione per la quale uno dei capi della Banda della Magliana, Enrico de Pedis, sia inspiegabilmente sepolto nella cripta monumentale di Sant’Apollinare, una delle principali basiliche di Roma, accanto al grande musicista Giacomo Carissimi”, ha scritto nei giorni scorsi Walter Veltroni. “De Pedis, detto Renatino, ultimo capo della più efferata organizzazione criminale romana con ramificazioni nella mafia siciliana e nella camorra campana, organizzazione responsabile di omicidi, detenzione di armi, spaccio di droga, sequestro di persona, estorsioni e fiancheggiamento di gruppi eversivi di estrema destra.
“Un’organizzazione che è emersa con pesanti responsabilità nelle pagine più oscure della recente storia italiana – ha concluso . Per rispetto delle vittime e per dare un altro messaggio inequivocabile contro la violenza e la malavita organizzata, la rimozione della tomba di De Pedis da sant’Apollinare e una sua degna sepoltura, come spetta a ogni cittadino, sarebbe un gesto dall’alto valore civile e morale”.