“Licia e Pino si conobbero nel 1952 a un corso di esperanto, a Milano – si legge in una scheda riferita al bel libro scritto da Licia Pinelli e Piero Scaramucci -. Lei voleva imparare la “lingua universale” che avrebbe facilitato la comprensione tra i popoli e portato la pace; lui voleva prendere il diploma e insegnarlo. Comincia così la loro storia d’amore. Licia, che ha cominciato a lavorare come dattilografa a tredici anni, fa la segretaria e abita in un palazzo popolare in viale Monza. Quando finisce il lavoro fa a piedi il tragitto fino a casa con Pino. Parlano tanto, hanno ideali comuni e amano leggere. Dopo due anni di fidanzamento si sposano, nonostante le diffidenze dei genitori, e conducono una vita bohémien. Pino fa il ferroviere, è anarchico e, dato che con la nascita delle due figlie Licia lo spinge a uscire, si butta nella politica attiva. Per casa c’è sempre gente, e a Licia piace. Poi arriva la notizia della morte di Pino, che si sarebbe suicidato gettandosi dalla finestra della questura, nell’ufficio del commissario Calabresi. Licia non ci crede. Secondo lei, il marito è stato picchiato, creduto morto e buttato giù. Poi arriva l’omicidio Calabresi. Licia prova orrore alla notizia ma vuole sapere la verità e avere giustizia perché ha fiducia nello Stato di diritto. E, a quarant’anni di distanza, vorrebbe ancora la verità…”
Licia Pinelli in questi quarant’anni non era mai stata a Roma. Un anno fa ha accettato l’invito del presidente Napolitano e al Quirinale ha incontrato per la prima volta in vita sua Gemma Calabresi. Ora torna a Roma in questa occasione speciale, venerdì, per parlare del suo libro insieme a Scaramucci. Per chiedere ancora la verità sulla morte di Pino Pinelli. Venerdì ore 17 al centro sociale La strada, via Passino 24, Roma.