Caccia all’afgano. Un repulisti della polizia è in corso negli ultimi tempi alla stazione Ostiense di Roma. Nel mirino, soprattutto accanto al binario 15, i profughi afgani. Motivi di sicurezza, la spiegazione. Requisite coperte e tagliate le tende, raccontano i poveri migranti in fuga. “La polizia però spiega che non sequestra nulla, si limita a far raccogliere la roba che viene lasciata per terra”, riferisce Alberto Barbieri di Medu, Medici per i diritti umani. Il vero problema è che intanto la convenzione faticosamente siglata a fine luglio col Comune di Roma, dipartimentoV, e che accoglie un centinaio di profughi in due centri (Forlanini e Casa della Pace) sta scadendo. Finora nessun segno che sarà rinnovata. Il rapporto con l’Afghanistan, dove i militari italiani stentano a controllare la situazione e registrano ormai una lunga scia di morti, finisce su questi binari con questa caccia all’uomo?
Gli operatori dell’associazione “L’Albero della Vita onlus”, che da anni soccorrono i profughi dell’Ostiense, denunciano: «Durante queste azioni finalizzate all’allontanamento dei profughi, – dice il direttore della Fondazione Maurizio Montesano – le Forze dell’Ordine li sfollano e loro perdono i pochi stracci che utilizzano per ripararsi a stento dal freddo. Dopo un viaggio difficilissimo dove la loro vita è in pericolo costante, in fuga da una guerra che hanno subito e da un clima sociale che tutti conosciamo grazie ai mass media, a questi minori che arrivano in Italia non solo offriamo poco o quasi nulla ma anzi la loro vita continua ad essere difficile».
La situazione viene denunciata anche da Medu, Medici per i diritti umani: “Ai profughi viene intimato di non sostare più di 40 minuti alla stazione senza avere un biglietto di viaggio». Alberto Barbieri, dirigente dell’associazione sanitaria, «per occupazione di suolo pubblico», ma anche «solo perché i ragazzini hanno utilizzato i bagni pubblici della stazione, o perché hanno stazionato oltre i 40 minuti nelle aree dell’Ostiense: dicono che “è vietato sostare lì senza biglietto”.
Il problema è l’accordo col Comune. Sta per scadere. Dalla fine luglio chiunque chieda asilo o dimostri di essere un rifugiato politico può trovare un punto di accoglienza alla Casa della Pace o all’ospedale Forlanini. «Alla fine del mese – spiega Barbieri – non potremo più portare persone nei centri, e che fine faranno tutti questi disperati?».