In Cile il governo Pinera ha fatto un primo passo verso i mapuche in sciopero della fame da novanta giorni. Una ventina di mapuche delle carceri Angol e Victoria hanno interrotto lo sciopero della fame, s’incontrano col ministro Larroulet. Altri 14 mapuche però continuano, considerando la mossa del governo solo di facciata e non di sostanza.
In Cile i giornali hanno annunciato l’iniziativa del governo come una svolta. E in effetti dopo mesi di muro contro muro questa mossa annuncia un cambio di direzione. Parziale? Non risolutivo? Bisognerà vedere. La mobilitazione internazionale con manifestazioni in vari paesi (anche a Roma e a Parigi, nella foto) ha sortito un effetto. Però c’è una parte dei cileni che in vece non è d’accordo.
Qui di seguito riporto un comunicato dell’ “Associazione comitato lavoratori cileni esiliati “ in Italia – contraria alla sospensione dello sciopero della fame – con la cronistoria della questione mapuche.
Novanta giorni di sciopero della fame. “Il 12/7/2010, 34 Mapuche avevano dato inizio ad un atto estremo di lotta per rivendicare i diritti accentrali su un territorio che gli è stato tolto con la violenza da parte dell’esercito Cileno cacciandoli via in un angolo e obbligandoli ad immigrare nelle grandi città Cilene.
Fin dal 1880 che questo popolo lotta per recuperare la propria terra. Sono passati 130 anni i Mapuche non hanno mai rinunciato, ne smesso di lottare per recuperare quello che gli appartiene di diritto e che significa la sopravvivenza stessa di un popolo oppresso e tenuto al margine della società e nella miseria totale da parte dello Stato Cileno e anche del popolo Cileno che nei loro confronti per più di un secolo hanno tenuto un atteggiamento di vero razzismo e sposando la teoria dello Stato, dei latifondisti e del capitalismo in generale che hanno fatto passare questo popolo come dei vagabondi, ubriaconi, delinquenti e violenti. Pertanto secondo loro era giusto all’ora come ora che gli venissero tolte le terre per darli ai latifondisti, alle grandi imprese della cellulosa, alle compagnie straniere per l’estrazione dei minerali e alle compagnie idroelettriche Cilene e straniere come quella spagnola Endeza e la compagnia italiana Enel.
Tutto questo si è tradotto in uno sfruttamento senza precedenti del territorio Mapuche che oggi si trova con milioni di ettari piantati di eucalipto e pino canadese con dighe gigantesche che sfruttano i grandi corsi d’acqua inondando gran parte del territorio, con lo sfruttamento sullo stesso territorio della cellulosa portando delle cartiere che lavorano il legname e scaricando direttamente sui fiumi i rifiuti tossici, nocivi e cancerogeni distruggendo la flora e la fauna e cacciando ancora di più in un angolo ai Mapuche.
Coordinadora Arauco Malleco.Tutto questo ha fatto che questo popolo si ribellasse dando inizio a una dura lotta che comincia all’inizio degli anni 90 con un’organizzazione propria autonoma e indipendente che allora è stata chiamata Coordinadora Arauco Malleco dando inizio a una grande campagna di mobilitazione, di occupazione e di recupero di terra. Lo Stato li ha accusati come terroristi imprigionando diversi dirigenti e condannandoli in tribunali civili e poi militari e applicando a loro la legge antiterrorista di Pinochet.
Tutta questa repressione non ha fermato la lotta, in questi 20 anni le occupazioni di terra sono continuate. Lo stato ha militarizzato totalmente tutto il territorio Mapuche, ha portato avanti una politica di montature e perquisizione su tutte le comunità Mapuche alla ricerca di armi e terroristi che non ha mai trovato.
Così 600 Mapuche aspettano di essere processati e più di 100 sono in carcere e tutti saranno giudicati dai tribunali civili e militari e gli verrà applicata la famigerata legge antiterrorista nata dalla dittatura del genocida Pinochet che è ancora in vigore così pure la costituzione militare del 1980 con la quale viene governato il popolo Cileno. I Mapuche hanno più volte denunciato che solo a loro viene applicata questa legge.
Lo sciopero della fame del 2006. Nel 2006 c’era stato un altro grande sciopero della fame, anche quello era durato più di 90 giorni e una donna Patricia Troncoso lo aveva portato in condizione estreme fino a 115 giorni finendo in una sedia a rotelle. Anche quella volta come oggi lo sciopero dei 34 aveva delle rivendicazioni che lo Stato e i tribunali non hanno mai accolto che sono: un processo giusto, l’abrogazione della legge antiterrorismo, la restituzione delle terre, la libertà per tutti i prigionieri politici, la demilitarizzazione del territorio e di tutte le comunità in conflitto,l’autonomia e la libera determinazione del proprio territorio, l’espulsione immediata delle compagnie nazionale e transnazionali.
Chiedono anche la condanna degli assassini che in questi anni di lotta sono responsabili della morte di diversi giovani come Matias Catrileo militante anarchico assassinato il 3/1/2008 con un colpo di pistola alla schiena durante un’occupazione di terra. Il carabiniere che lo ha ammazzato non ha avuto un processo, ne tanto meno un richiamo e così tutti quelli che si sono resi responsabili di omicidi, torture e terrore, godono di una totale impunità dallo Stato.
Lo sciopero di oggi. In questo sciopero della fame,20 scioperanti hanno smesso convinti dallo Stato e dal governo Pinera che lo Stato non avrebbe chiesto per loro l’applicazione della legge antiterrorista. Lo sciopero continua da parte di 14 detenuti che denunciano che quell’accordo è una trappola e una presa in giro perché se lo Stato si ritira come parte in causa non è così per il Pubblico Ministero e i Giudici che godono una propria autonomia quindi applicheranno lo stesso la legge non solo contro i 20 che hanno accettato quell’accordo ma anche ai 14 che continuano la lotta e anche per tutti gli altri processi che subiranno i Mapuche.
Lo Stato Cileno è stato richiamato dalla Commissione dei diritti Umani dell’ONU ben 77 per aver violato i diritti del popolo Mapuche. Questo sciopero è riuscito in gran parte a far conoscere ai Cileni e all’opinione pubblica internazionale quale sono i motivi che hanno portato a questa decisione estrema dove possono lasciarci anche la pelle,infatti sette dei scioperanti sono ricoverati in ospedale in gravissime condizione di salute”.